Cava scarti edili, la replica della maggioranza: «Ma quale discarica?»

La risposta di Palazzo di Città alla conferenza pubblica indetta per venerdì prossimo dalle opposizioni

sabato 29 febbraio 2020
Riportiamo la nota integrale inviataci dall'ufficio stampa del Comune di Giovinazzo in merito alla nascita, nell'agro giovinazzese, di una cava per smaltire rifiuti che derivano dalle lavorazioni edili. La maggioranza a Palazzo di Città ricostruisce i fatti dal suo punto di vista.

In merito ad una notizia riportata da alcuni organi di stampa su una autorizzazione per la realizzazione a Giovinazzo di un impianto per smaltimento di scarti edili, e diffusa da partiti e movimenti dell'opposizione, l'Amministrazione comunale di Giovinazzo specifica che i fatti sono andati in maniera diversa rispetto a quanto riportato nel comunicato stampa.
«È bene chiarire, prima di qualsiasi equivoco, che il Comune di Giovinazzo non ha autorizzato alcuna discarica come erroneamente riportato nei comunicati e nei manifesti - dichiara la maggioranza a Palazzo di Città -. La procedura che ha autorizzato un privato alla realizzazione di un impianto è stata gestita dalla Città Metropolitana di Bari come previsto dalla legge. Gli unici pareri vincolanti, allegati all'autorizzazione, sono: Comitato Tecnico Provinciale VIA, Comitato contro l'Inquinamento Atmosferico Provinciale, Comitato Valutazione Impatto Ambientale, Arpa Puglia, Regione Puglia- Dipartimento Agricoltura. È dunque l'ennesimo tentativo di raggiro della sinistra giovinazzese un titolo falso (su Facebook, ndr) come "Il Comune di Giovinazzo autorizza un impianto di rifiuti speciali contro la volontà della Regione e della Soprintendenza". Un raggiro al quale occorre opporre la verità dei documenti, un tentativo maldestro per attaccare l'amministrazione comunale per un procedimento autorizzativo che non vede minimamente coinvolta l'amministrazione stessa. L'impianto in questione, non una discarica, si dovrebbe occupare di trasformazione e frantumazione di materiale inerte e produzione di conglomerato bituminoso a partire dal fresato di asfalto che è classificato come tantissimi altri materiali comuni rifiuto speciale non pericoloso. Quindi, in sintesi, si tratta di una cava finalizzata alla trasformazione e riuso».

Il sindaco Tommaso Depalma ricostruisce la storia e ricorda che «c'era un privato che, nel territorio di Giovinazzo, precisamente in contrada Chiuso Rosso, già esercitava nella cava di sua proprietà l'abbancamento e la frantumazione di materiale inerte, per intenderci il materiale di scarto dei cantieri edili, quello che spesso qualche incivile lascia sulle strade rurali e che viene recuperato facendo aumentare i costi per tutti i cittadini».

Depalma fa riferimento alla richiesta successiva inoltrata da parte del privato alla Città Metropolitana di Bari, ex Provincia, l'Ente deputato al rilascio dell'autorizzazione, per ottenere il titolo abilitativo per esercitare, nella sua cava, anche lo stoccaggio di scarti di bitume per poi lavorarlo e trasformarlo in conglomerato bituminoso (asfalto) per riutilizzarlo e dare una funzione nuova al materiale raccolto dalla rimozione dei vecchi manti stradali.

«La Città Metropolitana, a cui il privato doveva a rivolgersi per questo genere di autorizzazioni, chiese a sua volta i pareri, ognuno per le proprie competenze, ai molteplici organi ed Enti coinvolti nel processo autorizzativo - prosegue Depalma -. Il Comune di Giovinazzo fu chiamato nel 2018 ad esprimere solo un parere, unica cosa per cui aveva titolo, e cioè la rispondenza o meno alla strumentazione urbanistica vigente. E voglio specificare che si tratta di parere strettamente tecnico-procedurale, tant'è che nessun organo politico si è espresso su questa vicenda con propri atti , e mi riferisco sia alla Giunta che al Consiglio comunale.

Ribadiamo la ferma contrarietà a qualsivoglia discarica,
è stata infatti la nostra Amministrazione a chiudere la discarica di San Pietro Pago e a porre in essere tutte le attività previste per sanare una ferita inferta al nostro territorio da parte degli stessi soggetti che oggi falsamente ci accusano. Come dimenticare l'approvazione della discarica, del sesto lotto e dell'impianto di biostabilizzazione rifiuti mai realizzato da Daneco e votato dal Consiglio comunale nel 2009? Chi ha messo su questa ennesima bufala dovrebbe essere qualcuno in grado di sapere anche come funzionano i processi autorizzativi.

Menomale
- è la stoccata - , mi viene da aggiungere infine, che sono lontani i tempi in cui si cementificavano le cale porto, si realizzavano le lottizzazioni a ridosso di aree compromesse, come l'ex acciaieria, o peggio ancora si autorizzavano lottizzazioni mai concluse, come la D1.1, danneggiando un'intera città, o si creavano lotti di discarica espiantando alberi. Ma quelli erano i tempi in cui poco importava dell'ambiente.

Menomale che noi la pensiamo diversamente
- sottolinea il Sindaco -, e quindi prima di creare allarmismo ingiustificato, analizziamo e ponderiamo ogni circostanza nei luoghi istituzionali come è giusto che sia. E l'approccio dell'opposizione in questa vicenda è volutamente tendenzioso, scorretto e sleale, e di certo non aiuta. Il momento storico e drammatico che sta vivendo l'Italia ne è l'esempio più eclatante, l'allarmismo può causare danni inestimabili».