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Giuseppe Depalo talento giovinazzese della danza

La storia di un ragazzo della nostra terra che ce l'ha fatta

Quando nella vita, con determinazione e tenacia, si porta avanti una passione che diviene ragione di vita e la si coltiva con impegno e sacrificio, i risultati non si fanno attendere. È la storia di Giuseppe Depalo, giovane e talentuoso ballerino giovinazzese.

Il suo curriculum vitae è prestigioso. Giuseppe Depalo inizia gli studi di danza classica con Anna Damiani a Giovinazzo, per poi raggiungere la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, dove si diploma nel 2009, studiando principalmente con i maestri Leonid Nikonov e Paolo Podini. Nel luglio 2010 vince il Primo premio all'International Ballet Competition of the Hungarian National Opera House di Budapest, per poi esibirsi in seguito con con il Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo, della Fondazione Arena di Verona, del "Maggio Musicale Fiorentino" e del Ballet du Capitole de Toulouse. Da giugno 2011 fa parte del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma e da questa stagione è Solista nella Compagnia. Ha ballato ruoli principali e solistici in diverse produzioni del repertorio classico, neoclassico e moderno, lavorando con coreografi e maestri di fama internazionale.

Lo abbiamo incontrato qualche tempo fa a Giovinazzo, rivedendolo con piacere dopo una sua esibizione del 9 agosto 2009, quando l'allora Assessorato al Turismo, Attività Produttive e Marketing Territoriale, guidato da Gaetano Dagostino, organizzò in piazza Duomo una serata di alta moda a cura di Alessandro Mondelli, presentata dall'ex miss Italia, Denny Mendez. Ecco cosa è emerso dalla nostra intervista.

Vorremmo ricordare con te il periodo degli studi di danza classica a Giovinazzo...

«Il 2 settembre 2001 si aprivano le iscrizioni per il nuovo anno accademico alla scuola "College of Dance" di Anna Damiani e, dopo aver convinto mia madre a lasciarmi prendere lezioni di danza classica, ci siamo presentati alle ore 09.00 di mattina a scuola e sono stato il primo iscritto dell'anno. Ero già sicuro di voler fare il ballerino da "grande". Avevo fretta di iniziare e soprattutto avevo voglia di lasciare Giovinazzo per proseguire gli studi professionalmente altrove…

Il mio primo giorno di lezione è stato il 17 settembre 2001. Avendo10 anni, senza mai aver preso lezioni di danza prima, ero stato inserito nel corso delle allieve più piccole. Mi ritrovai circondato da bambine in tutù rosa mentre io da "autodidatta", in tuta e calzini. Durante il corso della lezione, l'insegnante chiese ad ognuno di noi di improvvisare qualcosa e ovviamente io colsi la palla al balzo e improvvisai fino alla fine della lezione. Alla fine lei mi disse ironicamente: "Mi sembra di capire che hai voglia di ballare!". Anna Damiani è stata molto generosa con tutti i suoi allievi e non ha mai esitato a far crescere sempre di più quelli più promettenti».

Che cosa è per te la danza classica?

«Per me la danza classica è il massimo raggiungimento dell'espressione armonica del corpo umano. Devo dire grazie a mia sorella, che prendeva lezioni di danza, se mi sono avvicinato a questo mondo e ne ho fatto successivamente la mia passione e la mia vita. La danza occupa uno spazio molto importante in me: è la mia passione, il mio desiderio più grande. Io adoro ballare e ballando mi diverto. Spero che questa "fiamma sacra" che ho dentro non si spenga mai definitivamente, neanche quando smetterò di ballare. Come diceva una grande ballerina, Alexandra Danilova: "Performing is finished but it will be something else… I will teach it and I will never leave the dancing!" ("Ho smesso di esibirmi, ora farò altro... Insegnerò e non abbandonerò mai la danza").

La danza è sacrificio e studio. La danza è in primis un'arte performativa che si esprime nel movimento del corpo umano a ritmo di musica, secondo un piano prestabilito. La danza è una disciplina vastissima, molto complessa e richiede all'essere umano l'intero utilizzo del proprio corpo, del cuore e della mente (soprattutto). Dico mente soprattutto, perché non basta solamente avere talento fisico per riuscire, bisogna avere una predisposizione mentale per la danza, la cosiddetta intelligenza ballettistica, è quella che fa la differenza. Lavorativamente parlando, come carriera è molto breve e la competizione è altissima. Quindi non bisogna tralasciare il fatto che per riuscire un tocco di fortuna non guasta mai».

Ci parli di alcuni tra gli spettacoli e opere importanti in cui hai danzato?

«In questi anni ho avuto la possibilità di interpretare molti ruoli solistici e da primo ballerino in diverse produzioni nei vari teatri in cui ho lavorato e, soprattutto, ho avuto la possibilità di incontrare nel mio cammino Maestri e persone che hanno sicuramente segnato il mio percorso e spero di continuare su questa cresta d'onda per molto ancora. Ricordo con piacere un ruolo che ho interpretato recentemente al Teatro dell'Opera di Roma: Jago ne "La pavana del moro" (balletto che si ispira all' "Otello" di Shakespeare) con le coreografie di José Limon e la musica di Henry Purcell».

Da poco più di un mese a Roma è ripresa la tua attività, in cosa sei impegnato?

«Abbiamo iniziato con "Giselle", uno dei balletti romantici per eccellenza; sono impegnato in ruoli di rilievo: Wilfried, confidente del principe Albrecht e nel passo a due dei contadini. Non è la prima volta che mi capita di ballarlo. La coreografia di "Giselle" è di Patricia Ruanne; sarò impegnato anche in "Coppelia", la cui coreografia è di Roland Petit. Il direttore del corpo di ballo dell'Opera di Roma è Eleonora Abbagnato, che quindi è la mia direttrice».

Un ragazzo giovane come te che altri interessi ha? Come trascorri il tempo libero?

«Mi piace andare al cinema anche da solo, mi rilassa molto. Adoro la buona cucina da vero italiano, molto spesso vado a cena fuori a Trastevere, in uno dei miei ristoranti preferiti di Roma. Nel tempo libero cerco di riposarmi il più possibile e ascolto musica classica soprattutto. Sono sempre alla ricerca di video di danza inediti su YouTube. Vedo il fisioterapista e quando posso scappo per il weekend per rinfrescarmi le idee».

Un progetto per il futuro?

«Mi piace pensare, anzi mi obbligo di pensare al presente, quindi al momento mi focalizzo sull'inizio della stagione. Certo che come ognuno di noi ho diversi sogni nel cassetto… Uno di questi? Un giorno mi piacerebbe avere la possibilità di ballare al Bolshoi di Mosca. Sono un fan della scuola moscovita da sempre e sarei felice anche solo di poter prendere lezione con la Compagnia. Anche solo per una volta...».

E nella tua città, Giovinazzo, cosa ti piacerebbe realizzare?

«Ho tanta voglia di portare altra danza a Giovinazzo. Mi piacerebbe poter organizzare uno spettacolo con talenti pugliesi professionisti, che sono in giro per l'Italia e nel mondo. E credetemi siamo in tanti! Per i più giovani, organizzare uno stage con maestri di fama internazionale, magari con la collaborazione della mia ex scuola di danza a Giovinazzo. Proiettare balletti del repertorio per far avvicinare il pubblico alla danza, mettendo a disposizione la mia videoteca di balletti e, perché no, quando smetterò di ballare, puntare al Petruzzelli di Bari!

Le idee non mi mancano ma spero che ci possa essere un interesse reciproco. Devo dire che l'ambizione non mi è mai mancata… si dice: "volere è potere!". Voglio ringraziare Roberto Panni per aver reso possibile la realizzazione di questa intervista, tutta la mia famiglia e alcuni "amici" per il supporto che da sempre mi rivolgono con affetto».
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