In vino veritas

Lo chardonnay "Maniero di Federico IGP Puglia"

La nostra guida periodica al buon bere

Spesso mi sono chiesto come meglio incominciare una nuova rubrica che parla di vini. L'obiettivo che mi sono prefisso è quello di non tediarvi con grossi paroloni e divulgazioni accademiche di carattere storico-scientifico. Il mio desiderio è solo quello di tramandarvi parte della passione che nutro per il mondo del vino e della gastronomia in generale. Detto ciò, cercherò di stuzzicare le vostre papille gustative con delle brevi recensioni di vini ed altri prodotti che saranno spero spunto di divertimento e piacere per le vostre serate all'insegna della buona compagnia e del sano divertimento.

«Il vino - recita wikipedia - è una bevanda alcolica, ottenuta dalla fermentazione (totale o parziale) del frutto della vite, l'uva (sia essa pigiata o meno), o del mosto». Ma in realtà, è molto di più.

L'origine della vite e la trasformazione dell'uva in vino si perdono nella notte dei tempi, gli storici asseriscono che la coltivazione della vite e la trasformazione dell'uva in vino abbia avuto origine nella zona del Caucaso, mentre una recentissima scoperta parla di una specie di primato Sardo nella coltivazione di uve atte alla produzione di vino.

Il vino accompagna la storia dell'umanità sin dagli albori e tutte le grandi civiltà hanno dato un significato importante a questa bevanda inebriante, basti pensare che nella Bibbia la parola vino compare per oltre 400 volte ed il primo miracolo di Gesù Cristo avviene durante le nozze di Cana, dove appunto trasforma l'acqua in vino. Ed il vino è la bevanda essenziale per celebrare l'Eucaristia e quindi la Santa Messa.

Nel corso dei secoli, questo liquido dall'ottimo sapore ha assunto sempre più importanza ed è stata la bevanda che da sempre ha unito nei consumi le diverse classi sociali. Non tutti sanno, infatti, che a cavallo tra l''800 e il '900 la fillossera, un parassita, ha rischiato di cancellare per sempre la produzione mondiale di uve e quindi di vino. Ma come un giorno disse don Francesco, un sacerdote a me molto caro: «il buon Dio ci ha scampato da questa immane tragedia».

In Italia abbiamo toccato il fondo, nella produzione vitivinicola, negli anni '80 con lo scandalo del "vino al metanolo", che causò purtroppo 23 casi di morte accertata, ma da allora di strada ne è stata fatta parecchia ed il vino oggi rappresenta un traino importante per l'economia nazionale. Tra l'altro, è l'unico mercato che non è stato intaccato dalla crisi mondiale e per questo spero che si diffonda sempre più il suo consumo "consapevole", in maniera da portare notevole giovamento alla nostra economia.

Nella mia rubrica recensirò maggiormente, per orgoglio di appartenenza e non per becero campanilismo i vini pugliesi e meridionali in generale ma non mancherò, saltuariamente di recensire vini e prodotti di altre parti d'Italia o addirittura prodotti esteri.

Visto che siamo ancora in estate mi sembra giusto incominciare con un buonissimo bianco prodotto in zona Castel del Monte che smentisce le dicerie sulle scadenti produzioni pugliesi di vino bianco.

NOME: MANIERO DI FEDERICO IGP PUGLIA
AZIENDA PRODUTTRICE: VIGNUOLO ANDRIA
UVAGGIO: CHARDONNAY IN PUREZZA
GRADAZIONE ALCOLICA:13%

Questo Chardonnay pur essendo un vitigno internazionale, assume nel territorio di Castel del Monte una tipicità unica e straordinaria. La fermentazione a basse temperature ed il continuo batonnage in fase di affinamento, ne esaltano il bouquet ricco di tonalità floreali esotiche e mature ed al palato si presenta elegante, lievemente sapido ed accompagnato da una buona acidità. Buona persistenza ed aromi retronasali.

Questo vino si adatta ai freschi aperitivi estivi gustati in riva al mare, ma gli abbinamenti che consiglio sono, astice al ghiaccio, cozze gratinate, sushi, sashimi e formaggi poco stagionati. Per permettere al vino di aprirsi al naso ed al palato non bevetelo ghiacciato, la temperatura di servizio da me consigliata è 10-12 gradi centigradi.







Battonage: sbattimento del vino in fase di affinamento, mediante un bastone solitamente di legno. La tecnica serve ad ossigenare le fecce nobili che salendo a galla vengono a contatto con l'ossigeno rilasciando nel vino aromi e profumi più fini e persistenti.
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