Una dolce storia: il porto di Giovinazzo dipinto su un biscotto
L’omaggio di Cecilia Pizzutilo alla sua terra d’origine
mercoledì 10 dicembre 2025
Alcuni luoghi non possono essere raccontati con le parole. C'è chi li immortala su tela, chi su carta, e poi c'è chi, in un angolo della cucina, tra zucchero e pennelli, trasforma un semplice biscotto in una piccola opera d'arte. È il caso di Cecilia Pizzutilo che, pur vivendo da oltre 30 anni a Molfetta, conserva un legame profondo con il suo paese d'origine, Giovinazzo.
«Il legame con Giovinazzo è indelebile», racconta. «Ho trascorso qui la mia infanzia e porto dentro di me tutti i ricordi, le persone e i luoghi. È un paese che sento sempre mio, un posto in cui spero di tornare».
La nostalgia e l'affetto per la sua terra l'hanno spinta a dar vita a un progetto originale ed emozionante: riprodurre su un biscotto scorci delle sue città, rendendo omaggio a ciascuna di esse. «Mi sono ispirata a delle immagini che ritraggono luoghi a me cari ed ho cercato di riprodurle in maniera più realistica e luminosa», spiega. «Ho voluto omaggiare anche Molfetta, con lo scorcio del Duomo, un simbolo molto importante per me. Ogni colore, ogni dettaglio, è pensato per evocare un'emozione o un ricordo, non solo per me, ma anche per chi li osserva».
Un riferimento fondamentale in questo percorso è il lavoro della cake designer Eleonora Martini: «Eleonora Martini è imprescindibile per me. Un punto di riferimento. Mi ha insegnato a combinare creatività e tecnica, affinando la capacità di trasformare ogni biscotto in una piccola opera d'arte».
Con il tempo Cecilia ha perfezionato la sua manualità. I suoi biscotti sono realizzati con una base di pasta frolla, ricoperta da pasta di zucchero applicata con colla edibile. Le minuziose decorazioni sono realizzate con ciprie alimentari e piccoli dettagli che richiamano il tema scelto. «Il tempo di lavorazione varia molto: da cinque minuti fino a mezz'ora, a seconda della complessità».
Un'attività nata per caso: «La combinazione tra pasticceria e pittura è arrivata spontaneamente. Ho sempre amato l'arte dolciaria, ma devo molto a chi mi ha aiutato a migliorare e perfezionare le tecniche».
Oggi i suoi biscotti non sono semplici dolci: sono piccoli frammenti di ricordi, che raccontano l'amore profondo per la propria terra.
«Il legame con Giovinazzo è indelebile», racconta. «Ho trascorso qui la mia infanzia e porto dentro di me tutti i ricordi, le persone e i luoghi. È un paese che sento sempre mio, un posto in cui spero di tornare».
La nostalgia e l'affetto per la sua terra l'hanno spinta a dar vita a un progetto originale ed emozionante: riprodurre su un biscotto scorci delle sue città, rendendo omaggio a ciascuna di esse. «Mi sono ispirata a delle immagini che ritraggono luoghi a me cari ed ho cercato di riprodurle in maniera più realistica e luminosa», spiega. «Ho voluto omaggiare anche Molfetta, con lo scorcio del Duomo, un simbolo molto importante per me. Ogni colore, ogni dettaglio, è pensato per evocare un'emozione o un ricordo, non solo per me, ma anche per chi li osserva».
Un riferimento fondamentale in questo percorso è il lavoro della cake designer Eleonora Martini: «Eleonora Martini è imprescindibile per me. Un punto di riferimento. Mi ha insegnato a combinare creatività e tecnica, affinando la capacità di trasformare ogni biscotto in una piccola opera d'arte».
Con il tempo Cecilia ha perfezionato la sua manualità. I suoi biscotti sono realizzati con una base di pasta frolla, ricoperta da pasta di zucchero applicata con colla edibile. Le minuziose decorazioni sono realizzate con ciprie alimentari e piccoli dettagli che richiamano il tema scelto. «Il tempo di lavorazione varia molto: da cinque minuti fino a mezz'ora, a seconda della complessità».
Un'attività nata per caso: «La combinazione tra pasticceria e pittura è arrivata spontaneamente. Ho sempre amato l'arte dolciaria, ma devo molto a chi mi ha aiutato a migliorare e perfezionare le tecniche».
Oggi i suoi biscotti non sono semplici dolci: sono piccoli frammenti di ricordi, che raccontano l'amore profondo per la propria terra.