"Mysterium Doloris", la Passione secondo Saverio Amorisco s'inaugura stasera

Apertura ai visitatori prevista per le 20.00 presso la Chiesa del Carmine

sabato 3 marzo 2018 06.00
A cura di Gabriella Serrone
S'inaugura questa sera, alle ore 20.00 presso la Chiesa del Carmine, la mostra quaresimale "Mysterium Doloris" dell'artista giovinazzese Saverio Amorisco (in foto una delle sue realizzazioni degli anni passati).

Un "must" per i giovinazzesi e per tutti i cultori dell'arte sacra e per chi vive intensamente il periodo di Passione. Si tratta di un vero e proprio prologo a quelli che saranno i riti della pietà popolare che si apriranno il 23 marzo con il Venerdì di Passione e che si completeranno il Venerdì Santo, 30 marzo.

In apertura ci sarà la benedizione di don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, con un momento di riflessione e preghiera collettiva. Poi sarà lo stesso Saverio Amorisco ad illustrare ai presenti la sua opera composita, che affonda sempre le radici, come già succede per le sue Natività, nelle Scritture. Il suo non è un agire improvvisato, ma richiede studio oltre che voglia di sperimentare.

L'artista, alla vigilia dell'inaugurazione, ha inteso ringraziare il sostegno della Confraternita di San Vito Martire di Trani, città in cui lui ha allestito diverse mostre sul tema. «Sono convinto - ci ha confidato - che a Giovinazzo, come dimostrato con la Rappresentazione dell'Incarnazione in dicembre, si possano fare grandi cose solo se si mettono da parte particolarismi, invidie, ripicche. Invito tutti a venirci a trovare in via Cattedrale ed a fermarsi in silenzio, nel rispetto di ciò che questa opera rappresenta.

Quest'anno - ha proseguito Amorisco - la mostra quaresimale ha una impostazione prettamente devozionale, cioè ritrae consuetudini paraliturgiche degli anni '50 a Giovinazzo. Si è quindi deciso di intitolarla "Mysterium Doloris", il mistero del dolore, perché il dolore per l'essere umano è davvero un mistero quando sopraggiunge in determinate circostanze della vita, senza saperne il motivo. Entra così nella nostra storia personale.

Dal canto loro - ha spiegato ancora l'artista -, i padri della Chiesa sono fermi nel definire il dolore e la sofferenza quale via di purificazione e perfezionamento. E quale dolore, più di quello di Gesù ci può essere d'esempio? Attraverso la sofferenza ed il dolore, l'uomo prende davvero coscienza della propria finitudine - ha concluso l'artista - riconoscendo così come unico Salvatore il Cristo, il quale attraverso il mistero della morte dona un senso nuovo alla vita».