Bombe inesplose, un pericolo sulle spiagge pugliesi

Nel 2017 la Marina Militare, hanno rimosso circa 22mila residuati bellici tra mare, laghi e fiumi

mercoledì 11 luglio 2018
«Le bombe inabissate durante la seconda guerra mondiale sono ancora oggi fonte di pericolo», e l'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e il suo dipartimento Ordigni Bellici Inesplosi, «lanciano l'allarme in vista dell'estate».

In una nota, l'associazione evidenzia che «nel 2017 i Nuclei Sminamento Difesa Antimezzi insidiosi della Marina Militare, hanno rimosso circa 22mila residuati bellici tra mare, laghi e fiumi. E nella prima metà di quest'anno sono già oltre 10mila. I ritrovamenti - aggiungono - non sono comunque mancati», tra cui quello di «un ordigno bellico inesploso a poche decine di metri dalla riva, il 17 giugno a Cerveteri (Roma)».

«Inoltre - prosegue l'Anvcg - la scorsa estate alcuni ragazzi, in vacanza a Torre Colimena (Taranto), hanno identificato una bomba d'aereo a meno di 20 metri dalla riva e soli due metri di profondità». Quanto al comportamento che un sub deve adottare se pensa di avere individuato un residuato bellico, l'Anvcg spiega che «la cosa più importante è non cedere alla tentazione di toccarlo o smuoverlo.

«La prima cosa da fare - conclude l'associazione - è segnalare agli altri sub di allontanarsi, e se possibile collegare un galleggiante da segnalazione ad un masso non troppo vicino al presunto ordigno. Quindi segnare il punto Gps e avvisare la Capitaneria di Porto».