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Politica

Rifiuti e tributi: il PD boccia l'Amministrazione comunale

La risposta della Segreteria cittadina alle domande del sindaco

Sette domande del sindaco per il Partito Democratico per capire il modus operandi in tema di rifiuti, nel periodo in cui il centro-sinistra governava la città. Da qui una risposta argomentata, lunga, ironica ed a tratti tagliente, con cui la Segreteria cittadina del PD ha voluto rispondere, riuscendo a contrattaccare. Ve la riponiamo per intero, in maniera da farvi un'idea completa sul dibattito politico in materia. Ovviamente possibilità di controreplica agli amministratori se lo riterranno opportuno.

«Per un appartamento di 100 metri quadri occupato da 4 persone, il giovinazzese che nel 2012, ultimo anno di Natalicchio, pagava 212 euro, nel 2016, sotto Depalma, pagherà 599,86 euro, per ricevere lo stesso servizio.
È stato chiesto perché. Allora Depalma e Sollecito prima sono saliti sul palco e poi hanno pubblicato un comunicato per porre una serie di domande che suggeriscono una ricostruzione fantasiosa e diffamatoria della gestione del contratto rifiuti da parte della precedente amministrazione.
Spiace rilevare che Depalma e Sollecito non hanno risposto alla traccia.

Eppure il tema era semplice. Per convincersene, basta leggere lo svolgimento della stessa traccia pubblicato dall'assessora al bilancio il 18 giugno. Dice la Pansini:
1. "Le tariffe di quest'anno sono elaborate in maniera da coprire il 100% dei costi"
2. "c'è stato "un maggior costo di euro 987.743,00 dovuto quasi interamente al conferimento dei nostri rifiuti presso discariche private, avvenuto dopo la chiusura della nostra e delle altre discariche pubbliche, ad un costo di trasporto e smaltimento passato da euro 55,00 a euro 125,75"
3. "per 215.000 euro invece l'aumento è dovuto all'ecotassa fatta pagare dalla Regione ai Comuni che non hanno raggiunto una certa percentuale di raccolta differenziata"
4. "Ma sulla questione rifiuti il danno per il Bilancio del nostro Comune è stato doppio perché, a fronte di questo aumento forsennato del costo, si è aggiunta una riduzione … del canone di concessione (a carico di Daneco) e del ristoro ambientale pagato al nostro Comune da chi conferiva rifiuti nella nostra discarica … passato da circa un milione di euro a poco più di 100.000 euro."

Naturalmente le spiegazioni dell'assessora sono parziali e autoassolutorie. Ella avrebbe dovuto parlare degli errori amministrativi che sono stati fatti nel passaggio dalla TARSU alla TARES e alla TARI. Avrebbe soprattutto dovuto spiegare come si è prodotto l'ammanco di 1 milione di euro di introiti per canoni di concessione dovuti da Daneco per la gestione dell'impianto rifiuti di Giovinazzo. Avrebbe dovuto dire che è il frutto avvelenato dei giochini che Depalma ha tentato di fare con Daneco (ampliamento discarica, modifica fuori gara della tipologia degli impianti da costruire) e soprattutto della gestione scriteriata dei contratti di affidamento vecchi e nuovi.

Tuttavia all'assessora si può concedere la sufficienza. Invece Depalma e Sollecito, che non hanno risposto alla traccia, prendono una insufficienza grave. Ma perché non hanno risposto alla traccia? Perché i due quando parlano delle vicende del contratto del servizio rifiuti non pensano a comprendere e a far comprendere, ma a ingiuriare e diffamare. Questa è la loro cultura. Questa la loro strategia.
E se qualcuno continua a cadere nei grevi giochetti retorici di questi profittatori al di sotto di tutti i sospetti, è solo perché nei momenti di crisi funziona qualsiasi racconto velenoso che sostituisca la complessità dei fatti con una leggenda nera in cui tutti i problemi si risolvono mandando alla forca qualcuno.

Tutti sanno, anche Depalma e Sollecito, che la gara per il servizio rifiuti non si poteva fare nel 2008 perché già allora sarebbe dovuta essere gestita dall'Ambito e il nostro Ambito decise di prolungare i servizi in essere fino alla scadenza dell'ultimo di essi, nel 2013, per evitare ogni contenzioso con i gestori.

Tutti sanno, anche Depalma e Sollecito, che nel 2011, all'approssimarsi della scadenza prevista per l'avvio della gara, l'Amministrazione Natalicchio predispose gli atti per farsi trovare pronta alla scadenza e per poter giocare, come sempre, un ruolo di primo piano nell'ambito. Questo al fine di garantire gli interessi della nostra città, che, in quanto sede di impianti di smaltimento, aveva maggiori interessi da tutelare rispetto agli altri comuni. Fu un lavoro inutile, perché, messo in mano a Depalma, esso andò perduto. Infatti il comune di Giovinazzo non ha svolto alcun ruolo nella gara per il nuovo servizio rifiuti, che è stata gestita dal comune di Modugno.

Il 28 novembre 2012 il PD non votò contro il capitolato d'appalto del nuovo servizio rifiuti, come mentendo affermano Depalma e Sollecito, bensì fece notare che la gara non si poteva fare in virtù di quanto disposto dalla delibera di giunta regionale 2147 del 23 ottobre 2012, che loro non avevano letto, perché per farlo bisognava averne voglia e capacità. La lessero dopo, quando furono costretti a farlo perché fermati dagli uffici regionali.

Tutti sanno, anche Depalma e Sollecito, che l'amministrazione Natalicchio monitorava costantemente le vicende finanziarie dei gestori dei servizi: accordare la cessione del contratto da Aspica a Innovambiente e poi da Innovambiente a Daneco impedì che il comune di Giovinazzo fosse coinvolto nei problemi finanziari delle prime due società.

Tutti sanno, anche Depalma e Sollecito, che l'affidamento finale dei servizi a Daneco aveva il senso di riunire sotto un unico gestore gli impianti pubblici e il servizio anche al fine di una migliore capacità di controllo e intervento da parte del comune.

Tutti sanno, anche Depalma e Sollecito, che dopo l'annullamento della cessione di contratto da parte del TAR, non era possibile restituire il servizio a Innovambiente, che nel frattempo aveva perso le autorizzazioni a svolgerlo. Noi dimostrammo che il lavoro svolto a controllare i gestori non era inutile – infatti il comune non ebbe nessuna conseguenza mai né dai problemi di Aspica né da quelli di Daneco. Il servizio rimase in carico a Daneco per ordinanza sindacale e nessuno, nemmeno Depalma e Sollecito, fino ad oggi, si è preoccupato di contestare l'affidamento.

Su tutte le singole vicende evocate giacciono negli archivi comunali decine di documenti. Infatti le scelte dell'amministrazione Natalicchio, prima di essere regolarmente sottoposte al vaglio degli organi democratici, passavano anche attraverso nuclei tecnici di consulenti che producevano verbali su verbali per facilitare l'aggiornamento e la comprensione dei consiglieri, degli assessori e dei cittadini. Soprattutto dovevano consentire ai futuri amministratori di non perdere il filo delle vicende. Depalma e Sollecito vadano a cercare quei documenti e li leggano. Lo farebbe qualsiasi buon amministratore, purché, naturalmente, sappia e voglia leggere qualcosa in più delle pur meritevoli note di alcune testate locali.

A margine delle domande, è bene ribadire, relativamente a quanto sostenuto in uno dei suoi sproloqui quotidiani da Depalma, che il comune non incassava "piatti di lenticchie" da Daneco. Infatti la sua assessora al Bilancio parla non dei 160.000 euro utilizzati per la prima riqualificazione dei Giardini Comunali, bensì di "un milione di euro all'anno".

Scrivi menzogna e fango. Leggi Depalma e Sollecito.
Scrivi malamministrazione e ignoranza. Leggi Depalma e Sollecito.

Prima di chiudere, però, è necessario rilanciare. Vediamo quali altre leggende riusciranno a costruire i nostri autori di romanzi gialli da quattro centesimi. Chiediamo:

1. In che modo Natalicchio avrebbe dovuto conoscere nel 2008 o nel 2012, un parere di Cantone (Anticorruzione) del 3 marzo 2016?
2. Perché non si danno da fare, ora che quel parere esiste, e non danno ai dirigenti i soldi per bandire una gara anche solo per uno dei servizi comunali, che sono infatti tutti in proroga da più di 4 anni?
3. Perché Daneco non procede nei lavori dell'impianto definitivo?
4. Perché Depalma ha chiesto per tre anni alle autorità regionali e ai comuni dell'ambito che Daneco potesse, contro la legge, costruire un impianto diverso da quello andato a gara nel 2008 e ha così sostenuto la strategia di Daneco di procrastinare l'avvio dei lavori?
5. La gestione dell'impianto di stabilizzazione esistente era legato alla fase transitoria. Se Daneco non può costruire l'impianto definitivo perché Depalma discute con Daneco la proroga di tale gestione?
6. A proposito dei rapporti con Daneco cosa ha da dire sulla vicenda dell'ordinanza sindacale di ampliamento della discarica che ha dovuto precipitosamente ritirare? Dei suoi continui viaggi a Roma e a Milano? Dell'improvvisa sostituzione dei precedenti tecnici aziendali con amici del tecnici a lui graditi? Dei pubblici scambi di amorosi sensi tra Favuzzi e la dirigenza Daneco?
7. Viste le recenti vicende del fallimento di altre imprese del settore, come intende Depalma assicurarsi che un eventuale fallimento di Daneco non lasci ai Giovinazzesi l'onere di provvedere alla gestione della discarica chiusa nei prossimi trent'anni?».
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