Un flash mob della Fidapa Giovinazzo contro la violenza sulle donne
Deliso: «Necessaria una riflessione sul lungo e difficile cammino del cambiamento maschile»
giovedì 25 novembre 2021
Un flash mob per rafforzare il sentito No e "manifestare" contro la violenza sulle donne, drammatico fenomeno di attualità sociale, spesso presente nella cronaca quotidiana. La sezione cittadina dell'associazione Fidapa scenderà in piazza giovedì 25 novembre alle ore 20.00 in un momento di sentita riflessione nella "Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne".
Si rinnova l'attenzione da parte dell'associazione Fidapa, da vent'anni attiva e presente nella nostra città, e come ogni anno il 25 novembre ci si ferma a riflettere su questo drammatico fenomeno. Nella serata di giovedì 25 novembre mentre, alle ore 20.00, in piazza Vittorio Emanuele II si svolgerà il flash mob, saranno illuminate la panchina rossa installata a Parco Scianatico, iniziativa con cui si aderì alla campagna nazionale di qualche anno fa, e l'aiuola posta in piazza Sant'Agostino, fatta di sassi dipinti di rosso con su scritti i nomi delle vittime di femminicidio. Si spera di affrontare un futuro in cui qualcosa necessariamente deve cambiare.
Il problema è sociale e culturale e l'attenzione da rivolgere a questa giornata non deve fermarsi al solo 25 novembre. Questo l'associazione Fidapa lo ha sempre messo in pratica attraverso iniziative e campagne di sensibilizzazione sociale dense di contenuti. È dovere di tutti noi aprire gli orizzonti verso atteggiamenti e comportamenti in cui il rispetto deve essere elemento da porre al primo posto. La società siamo noi, è composta da tutti noi e se tutti ci impegnano in questa direzione si può migliorare, solo se lo vogliamo; ecco che devono migliorare i messaggi e interventi educativi, i comportamenti e gli stili di vita. Il pensiero sull'iniziativa, preceduto da una breve presentazione dell'associazione, è stato espresso dalla presidente Maria Deliso che sarà alla guida della sezione associativa di Giovinazzo nel biennio 2021/2023 in cui il motto della Fidapa Italy avrà come titolo "Noi donne protagoniste del futuro".
«La Fidapa è un movimento di opinione indipendente che ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari, e persegue i suoi obiettivi senza distinzione di etnia, lingua, religione ed opinioni politiche - ha affermato la dottoressa Deliso -. In piazza Vittorio Emanuele II a Giovinazzo ci sarà, nei pressi della Fontana dei Tritoni, un allestimento di scarpe da donna e da bambina, tutte unite dal filo rosso della violenza: sono il simbolo di donne che nel pieno delle loro attività come mamme, mogli, badanti, impiegate, infermiere, sono state strappate alla vita.
Seguirà - ha continuato - nell'Istituto Vittorio Emanuele II, all'aperto, alle ore 20.00, la proiezione di alcuni filmati contornati da letture per una breve riflessione sugli stereotipi di genere da superare. È necessaria una riflessione sul lungo e difficile cammino del cambiamento maschile, perché l'uomo intenda che la capacità di cura non è cosa da donne, ma è l'unica via per imparare a "vivere" le emozioni e le relazioni: cura e non potere, rispetto e non prepotenza, amore e non possesso. È un processo sociale e culturale lento, ma inesorabile», è stata la sua conclusione.
Si rinnova l'attenzione da parte dell'associazione Fidapa, da vent'anni attiva e presente nella nostra città, e come ogni anno il 25 novembre ci si ferma a riflettere su questo drammatico fenomeno. Nella serata di giovedì 25 novembre mentre, alle ore 20.00, in piazza Vittorio Emanuele II si svolgerà il flash mob, saranno illuminate la panchina rossa installata a Parco Scianatico, iniziativa con cui si aderì alla campagna nazionale di qualche anno fa, e l'aiuola posta in piazza Sant'Agostino, fatta di sassi dipinti di rosso con su scritti i nomi delle vittime di femminicidio. Si spera di affrontare un futuro in cui qualcosa necessariamente deve cambiare.
Il problema è sociale e culturale e l'attenzione da rivolgere a questa giornata non deve fermarsi al solo 25 novembre. Questo l'associazione Fidapa lo ha sempre messo in pratica attraverso iniziative e campagne di sensibilizzazione sociale dense di contenuti. È dovere di tutti noi aprire gli orizzonti verso atteggiamenti e comportamenti in cui il rispetto deve essere elemento da porre al primo posto. La società siamo noi, è composta da tutti noi e se tutti ci impegnano in questa direzione si può migliorare, solo se lo vogliamo; ecco che devono migliorare i messaggi e interventi educativi, i comportamenti e gli stili di vita. Il pensiero sull'iniziativa, preceduto da una breve presentazione dell'associazione, è stato espresso dalla presidente Maria Deliso che sarà alla guida della sezione associativa di Giovinazzo nel biennio 2021/2023 in cui il motto della Fidapa Italy avrà come titolo "Noi donne protagoniste del futuro".
«La Fidapa è un movimento di opinione indipendente che ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari, e persegue i suoi obiettivi senza distinzione di etnia, lingua, religione ed opinioni politiche - ha affermato la dottoressa Deliso -. In piazza Vittorio Emanuele II a Giovinazzo ci sarà, nei pressi della Fontana dei Tritoni, un allestimento di scarpe da donna e da bambina, tutte unite dal filo rosso della violenza: sono il simbolo di donne che nel pieno delle loro attività come mamme, mogli, badanti, impiegate, infermiere, sono state strappate alla vita.
Seguirà - ha continuato - nell'Istituto Vittorio Emanuele II, all'aperto, alle ore 20.00, la proiezione di alcuni filmati contornati da letture per una breve riflessione sugli stereotipi di genere da superare. È necessaria una riflessione sul lungo e difficile cammino del cambiamento maschile, perché l'uomo intenda che la capacità di cura non è cosa da donne, ma è l'unica via per imparare a "vivere" le emozioni e le relazioni: cura e non potere, rispetto e non prepotenza, amore e non possesso. È un processo sociale e culturale lento, ma inesorabile», è stata la sua conclusione.