Tutti gli uomini di Domenico Conte. Scappava da 37 giorni

Gli investigatori indagano sui suoi prestanome. Al vaglio anche la posizione del proprietario del residence

lunedì 28 maggio 2018 06.00
37 giorni da latitante. Iniziati in via Isonzo, a Bitonto, e finiti a 16 chilometri dal luogo in cui era stato visto in faccia per l'ultima volta. Domenico Conte, arrestato ieri in una villetta di Giovinazzo, aveva fatto perdere le sue tracce il 20 aprile scorso.

Sul suo capo pendeva un'ordinanza di custodia cautelare in carcere: il 48enne è accusato di essere il mandante dell'omicidio di Anna Rosa Tarantino, uccisa per errore durante un regolamento di conti tra bande rivali. L'84enne incrociò la fuga del pusher Giuseppe Casadibari, esponente del clan rivale Cipriano, inseguito da due sicari armati, e fu uccisa con due dei 17 colpi di pistola sparati nei vicoli del centro storico di Bitonto.

Vittima innocente della guerra in atto tra i due clan rivali, Conte e Cipriano, l'anziana sarta finì per errore sulla traiettoria di quei proiettili, nell'ultimo dei quattro agguati compiuti quella mattina, il 30 dicembre scorso, in una sorta di botta e risposta tra gruppi criminali. I due killer (Rocco Papaleo e Michele Sabba, arrestati nel blitz di marzo e poi diventati collaboratori di giustizia, ndr) spararono all'indirizzo di Casadibari, ma le pallottole colpirono la donna.

Ecco perché "Mimm u negr" risponde anche del tentativo di omicidio di Casadibari nell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Anglana su richiesta dei sostituti procuratori Marco D'Agostino e Ettore Cardinali. È lui a dare ai suoi uomini l'ordine di «sparare a chiunque fosse capitato a tiro». È lui il mandante del tentato omicidio di Casadibari e dell'omicidio della Tarantino.

Nei lunghi giorni della latitanza, il 48enne è riuscito a sfuggire a Carabinieri e Polizia grazie alle informazioni di uomini fidati e insospettabili, una ragnatela di connivenze e aiuti sui quali il presunto boss poteva contare. Ed è proprio su questo esercito senza volto di Conte, una schiera infinita di uomini d'onore, con poche defezioni e regole ferree, che si concentra adesso l'attenzione degli investigatori.

Un esercito organizzato per garantire la lunga latitanza e per supplire ai pentimenti dei pentiti, si chiamino essi Vito Antonio Tarullo, Rocco Papaleo o Michele Sabba. Gli inquirenti, ora, indagano sul giro di prestanome che hanno permesso a Conte di affittare la casa-vacanza all'interno del residence, da cui sono state acquisite le immagini del sistema di videosorveglianza interno ed esterno.

Al vaglio anche la posizione del proprietario del residence, per capire se avesse contezza della presenza di Domenico Conte o no. In ogni modo, la latitanza di 37 giorni è finalmente terminata.