Tommaso Depalma racconta il progetto di "Italia in Comune"

Intervista al primo cittadino sul nuovo soggetto politico che lo vede coinvolto in prima fila

mercoledì 18 luglio 2018
A cura di Gianluca Battista
Abbiamo fatto una chiacchierata con Tommaso Depalma, una volta tanto non nella veste di Sindaco, ma di co-fondatore regionale del movimento Italia in Comune, che sta raccogliendo esperienze di vecchi e nuovi amministratori anche in Puglia per creare un soggetto politico che parta dall'esperienza sul territorio. Ecco cosa ci ha risposto.

Sindaco, perché avete sentito l'esigenza di creare questo nuovo soggetto politico? Da chi è nata l'idea?

L'idea originaria appartiene soprattutto ad Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri e alle esperienze di condivisione delle buone prassi "Italia in Comune". Il tema centrale è l'apporto fondamentale dei sindaci al governo del Paese: per la loro vicinanza reale con il territorio e le sue esigenze, per il loro pragmatismo, per la loro capacità di cercare con tenacia le soluzioni che migliorano la vita dei cittadini.

Il coordinatore è Michele Abbaticchio, primo cittadino bitontino, che ha un percorso politico differente dal suo. Italia in Comune è quindi un contenitore che accoglie storie e provenienze ideologiche differenti?

Italia in Comune è un nuovo contenitore e soprattutto nasce come partito ex novo. Con Michele Abbaticchio c'è stata profonda sintonia sin dal 2012, tornata elettorale che ci ha visti entrambi vincitori e alla prima esperienza da amministratori.

Quali sono i principali obiettivi che vi ponete?

Nel breve termine rafforzare la posizione dei Sindaci pugliesi su temi di importanza strategica, penso alle Zone Economiche Speciali o al nuovo Piano regionale dei rifiuti.

Lei sta pensando quindi ad un "salto" per una candidatura alle prossime elezioni regionali o la nostra è un'interpretazione riduttiva?

Il mio mandato di primo cittadino termina nel 2022. Alle elezioni regionali del 2020 occorrerà comunque trovare il modo di far valere le istanze e le potenzialità del nostro territorio anche in virtù della rappresentatività e quindi magari con una candidatura autorevole per Giovinazzo. Ma siamo ancora nel 2018, occorrerà ragionarci su per bene.

Quando guarda Giovinazzo oggi, quando ascolta la sua gente, il modo di pensare, ha l'impressione che un percorso "in comune" con altre realtà sia possibile oppure pensa ci sia ancora tanta strada da fare perché vi sono ancora particolarismi di ogni sorta che frenano questo percorso?

Con le esperienze amministrative dei Sindaci di Italia in Comune c'è molta sintonia, spesso anche per l'assetto politico cittadino. Al momento vedo grande entusiasmo e quasi nessuna difesa dei particolarismi locali.

Fuori da Giovinazzo lei è visto spesso come un innovatore, un amministratore che osa, anche sbagliando, ma osa. Mentre i suoi avversari politici la dipingono come un arruffone che fa solo molta propaganda. Dove sta la verità? E quanto di questo suo modo di pensare alla politica può essere trasferito in un contenitore come Italia in Comune?

La verità è nei fatti che come sempre smontano la propaganda dell'opposizione in merito alle fandonie che ci attribuiscono. Spesso per questioni importanti ci vuole più tempo ma poi arrivano i fatti a certificare l'impegno e l'onestà. La passione di un Sindaco che si impegna ogni giorno per far crescere il proprio territorio non potrà mai essere camuffata. E questa passione sarà il motore di Italia in Comune.

Ultima domanda, che poi è quella che immaginiamo si pongano i nostri lettori: sarete una compagine di centro-sinistra?

Ripeto: Italia in Comune nasce come partito ex novo. Ultimamente ci sono state sulla stampa locale diverse attestazioni di stima per questo progetto, sia da parte di politici dell'alveo del centrosinistra e sia da parte di politici di centrodestra. Credo che nello scompaginamento generale attuale della politica alcune categorie verranno riviste.