Santommaso Festival, il bilancio dell'ultima serata
Bonvino: «Questo territorio può accogliere eventi di questa portata»
lunedì 25 agosto 2025
La seconda e ultima serata della prima fortunata edizione del Santommaso Festival ci ha conquistato sin da subito perché ci ha messi di fronte alla scoperta e all'ascolto di produzioni discografiche, qui in versione live, raffinate, innovative perché aperte al sound europeo contemporaneo. Il debutto del festival, si è svolto in una serata adrenalinica l'8 agosto scorso, ve lo abbiamo raccontato con approfondimenti sugli artisti e sul live dei superlativi Planet Funk. La sera del 22 è stata contraddistinta dalla profusione di suoni mitteleuropei aperti a quelle avanguardie ritmiche belle da scoprire anche per noi giornalisti. L'emozione che infonde la musica per l'intera serata è elemento rilevante e lo respiriamo già dai primi suoni incantevoli espressi da Gaia Banfi nell'opening act del 22 agosto quando il suo linguaggio stilistico e musicale incantano il numeroso pubblico. Quello stile malinconico, suggestivo, raffinato che incontra ora le ballad ora l'elettronica su spazi sonori più ampi che includono la narrazione in musica messa in campo dalla polistrumentista milanese dalla formazione jazzistica ottenuta studiando al Conservatorio. L'artista, emergente e già attenzionata dalla critica specializzata, ha proposto sul palco del Santommaso Festival il suo nuovo prodotto discografico La Maccaia che fa riferimento a un fenomeno atmosferico tipicamente genovese, nel quale lo scirocco, vento carico di umidità, foschia e cielo ovattato, crea uno stato sospeso, pregno di ricordi soffusi. In questo pensiero è custodita la bellezza della musica di Gaia Banfi.
"The Underground Youth"
Il cambio palco ci ha dato l'esclusiva occasione di apprezzare molto "The Underground Youth", una band formatasi a Manchester e trasferitasi in seguito a Berlino. La loro esibizione è stata interessante. La loro musica è fatta di un nuovo concetto di psichedelia, noise-pop e post-punk. Il mood presenta una composizione dream-pop tutto da vivere, ascoltare e apprezzare. Il quartetto di Craig Dyer, voce e frontman della band, armoniosa nello svolgimento del set dal vivo, ha proposto canzoni che ridisegnano il passato e, al contempo, la vita di tutti i giorni cercando di rielaborarla attraverso un filtro relativo al tempo che accarezza la nostalgia lì non a rattristare ma a far riflettere. Il loro concerto è stato molto apprezzato, tanti i fans giunti all'Eremo Club per ascoltarli. Abbiamo incontrato un fan della band di Berlino, Dario Verolino The Verol di Giovinazzo, che si è così espresso sui "The Underground Youth". Ecco cosa ci ha detto. «Loro cavalcano un genere rock molto noto, un post-punk e dream-pop ben espressi stilisticamente; hanno un ottimo seguito a livello europeo; sono felicissimo di averli ritrovati qui da fan appassionato, sono molto emozionato per questo. Loro raccontano storie quotidiane, vicende che possono capitare a tutti in chiave anche drammatica; a mio avviso la musica non deve essere solo happy, io credo che il loro sound sia onirico, faccia riflettere con le sue atmosfere sognanti. Ci portano a viaggiare con la mente in altri lidi, ritrovando i ricordi di esperienze già vissute; sono nostalgici sia con la chitarra vibrante e temprata sia con quella più morbida. I componenti sono un meltin' pot di nazionalità, vivono a Berlino da una decina di anni. Craig Dyer cantante, leader, chitarrista è di Manchester, la compagna Olya Dyer percussionista è russa, Leonard Kaage chitarrista e produttore è svedese e la bassista Samira Zahidi al basso è di origini pakistane. È un incrocio di culture e di musica, uno scambio e confronto esperienziale che si inserisce nella loro produzione musicale ricca delle contaminazioni culturali» ha affermato Dario Verolino.
"The Murder Capital"
Il terzo atteso momento dal vivo della serata ha proposto un esclusivo set live con i The Murder Capital, band post-punk irlandese formatasi a Dublino, in Irlanda nel 2018. La musica da loro proposta, definita oscura, intensa e introspettiva, ha richiamato l'attenzione di migliaia di appassionati al loro genere indie-rock e punk- rock. Si è trattato dell'unica data in Puglia del tour di una formazione che è tra le protagoniste più acclamate della nuova scena post-punk europea. A Molfetta, al Santommaso festival, hanno suonato in stile punk dai toni forti che s'impone degnamente sul palco; in cinque sulla scena con un impatto sonoro prodotto energicamente e la voce graffiante dark; hanno reso omaggio a un linguaggio punk moderno e molto originale, impegnato socialmente che ha conquistato il pubblico giunto all'Eremo Club per ascoltarli: tanta l'energia prodotta anche attraverso stili e linguaggi musicalmente sperimentali, ricercati e innovativi.
Il dance floor intrigante finale è stato affidato e curato da Bordello a Parigi che con uno stile eccentrico di musica mista a elettronica ha concluso con alto gradimento del pubblico il Santommaso festival. Grazie a loro nuovi mondi sonori da scoprire e vivere appieno. Fondata nel 2011 dall'olandese Otto Kraanen, dj e produttore amante spassionato della musica in generale, con un piccolo riguardo a quella italiana. La formazione Bordello a Parigi ha segnato sulla propria pelle la passione per l'italo disco anni '80, creando così un movimento di fama internazionale grazie anche alla costituzione di un'etichetta discografica affermata nel panorama internazionale, un negozio di dischi con sede ad Amsterdam.
Il pensiero di Tommi Bonvino
Il nome del festival, che nasce su iniziativa dell'associazione Santommaso ETS, richiama simbolicamente il patrono di Giovinazzo, città in cui è nato il progetto non in chiave religiosa, ma come "allegoria dell'incredulità, dello stupore e della scoperta". Abbiamo incontrato Tommi Bonvino al quale abbiamo chiesto com'è nata l'idea di ideare e creare il Santommaso festival. Ecco cosa ci ha detto «L'idea di organizzare il festival è nata da me e da Valeria Del Rosso perché abbiamo seguito tanti festival in Italia e in giro per il mondo e volevamo portare quel feeling da festival internazionale seppure molto in piccolo anche da queste parti. Il Giovinazzo Rock è stato curato da un collettivo, nasceva da scelte diverse; questo festival è scaturito da un percorso personale condiviso tra tanti amici e collaboratori fondamentali per provare a fare anche qui quello che si svolge altrove. Nella nostra zona, quella del nord barese, mancava un festival con scelte artistiche accurate in cui ogni singolo artista chiamato non è un "riempitivo", ma selezionati per fare parte di un percorso musicale sia nella prima serata più ballabile che partiva con il funky, afro-beat, l'elettronica in diversi modi poi il grande show dei Planet Funk e poi ancora il 22 agosto con la cantautrice Gaia Banfi, la new wave con il ritorno agli anni settanta ottanta, la band post-punk dei "The Murder Capital" più attuale con un genere musicale che va fortissimo tra i trentenni in giro per l'Europa. Volevamo che ci fosse un percorso da seguire durante le serate in un posto adatto come l'Eremo che ha accolto tutti in una situazione funzionale e rilassata. Ora faremo un po' di bilanci sul com'è andata dal punto di vista organizzativo per capire cos'altro fare in futuro. Si dimostra che questo territorio può accogliere eventi di questa portata perché il pubblico ci è stato, hanno accolto bene la nostra proposta; bisogna ampliare le possibilità per renderlo un momento più duraturo nel tempo. Grazie a Viva Network, a Giovinazzo Viva, ad Annamaria Natalicchio che ha curato l'ufficio stampa per la concreta presenza e collaborazione», ha concluso Tommi Bonvino.
Da parte nostra c'è il pensiero o desiderio, che dir si voglia, di ospitare il festival negli spazi presenti a Giovinazzo, sempre per quel pizzico di campanilismo che pervade il nostro animo.
"The Underground Youth"
Il cambio palco ci ha dato l'esclusiva occasione di apprezzare molto "The Underground Youth", una band formatasi a Manchester e trasferitasi in seguito a Berlino. La loro esibizione è stata interessante. La loro musica è fatta di un nuovo concetto di psichedelia, noise-pop e post-punk. Il mood presenta una composizione dream-pop tutto da vivere, ascoltare e apprezzare. Il quartetto di Craig Dyer, voce e frontman della band, armoniosa nello svolgimento del set dal vivo, ha proposto canzoni che ridisegnano il passato e, al contempo, la vita di tutti i giorni cercando di rielaborarla attraverso un filtro relativo al tempo che accarezza la nostalgia lì non a rattristare ma a far riflettere. Il loro concerto è stato molto apprezzato, tanti i fans giunti all'Eremo Club per ascoltarli. Abbiamo incontrato un fan della band di Berlino, Dario Verolino The Verol di Giovinazzo, che si è così espresso sui "The Underground Youth". Ecco cosa ci ha detto. «Loro cavalcano un genere rock molto noto, un post-punk e dream-pop ben espressi stilisticamente; hanno un ottimo seguito a livello europeo; sono felicissimo di averli ritrovati qui da fan appassionato, sono molto emozionato per questo. Loro raccontano storie quotidiane, vicende che possono capitare a tutti in chiave anche drammatica; a mio avviso la musica non deve essere solo happy, io credo che il loro sound sia onirico, faccia riflettere con le sue atmosfere sognanti. Ci portano a viaggiare con la mente in altri lidi, ritrovando i ricordi di esperienze già vissute; sono nostalgici sia con la chitarra vibrante e temprata sia con quella più morbida. I componenti sono un meltin' pot di nazionalità, vivono a Berlino da una decina di anni. Craig Dyer cantante, leader, chitarrista è di Manchester, la compagna Olya Dyer percussionista è russa, Leonard Kaage chitarrista e produttore è svedese e la bassista Samira Zahidi al basso è di origini pakistane. È un incrocio di culture e di musica, uno scambio e confronto esperienziale che si inserisce nella loro produzione musicale ricca delle contaminazioni culturali» ha affermato Dario Verolino.
"The Murder Capital"
Il terzo atteso momento dal vivo della serata ha proposto un esclusivo set live con i The Murder Capital, band post-punk irlandese formatasi a Dublino, in Irlanda nel 2018. La musica da loro proposta, definita oscura, intensa e introspettiva, ha richiamato l'attenzione di migliaia di appassionati al loro genere indie-rock e punk- rock. Si è trattato dell'unica data in Puglia del tour di una formazione che è tra le protagoniste più acclamate della nuova scena post-punk europea. A Molfetta, al Santommaso festival, hanno suonato in stile punk dai toni forti che s'impone degnamente sul palco; in cinque sulla scena con un impatto sonoro prodotto energicamente e la voce graffiante dark; hanno reso omaggio a un linguaggio punk moderno e molto originale, impegnato socialmente che ha conquistato il pubblico giunto all'Eremo Club per ascoltarli: tanta l'energia prodotta anche attraverso stili e linguaggi musicalmente sperimentali, ricercati e innovativi.
Il dance floor intrigante finale è stato affidato e curato da Bordello a Parigi che con uno stile eccentrico di musica mista a elettronica ha concluso con alto gradimento del pubblico il Santommaso festival. Grazie a loro nuovi mondi sonori da scoprire e vivere appieno. Fondata nel 2011 dall'olandese Otto Kraanen, dj e produttore amante spassionato della musica in generale, con un piccolo riguardo a quella italiana. La formazione Bordello a Parigi ha segnato sulla propria pelle la passione per l'italo disco anni '80, creando così un movimento di fama internazionale grazie anche alla costituzione di un'etichetta discografica affermata nel panorama internazionale, un negozio di dischi con sede ad Amsterdam.
Il pensiero di Tommi Bonvino
Il nome del festival, che nasce su iniziativa dell'associazione Santommaso ETS, richiama simbolicamente il patrono di Giovinazzo, città in cui è nato il progetto non in chiave religiosa, ma come "allegoria dell'incredulità, dello stupore e della scoperta". Abbiamo incontrato Tommi Bonvino al quale abbiamo chiesto com'è nata l'idea di ideare e creare il Santommaso festival. Ecco cosa ci ha detto «L'idea di organizzare il festival è nata da me e da Valeria Del Rosso perché abbiamo seguito tanti festival in Italia e in giro per il mondo e volevamo portare quel feeling da festival internazionale seppure molto in piccolo anche da queste parti. Il Giovinazzo Rock è stato curato da un collettivo, nasceva da scelte diverse; questo festival è scaturito da un percorso personale condiviso tra tanti amici e collaboratori fondamentali per provare a fare anche qui quello che si svolge altrove. Nella nostra zona, quella del nord barese, mancava un festival con scelte artistiche accurate in cui ogni singolo artista chiamato non è un "riempitivo", ma selezionati per fare parte di un percorso musicale sia nella prima serata più ballabile che partiva con il funky, afro-beat, l'elettronica in diversi modi poi il grande show dei Planet Funk e poi ancora il 22 agosto con la cantautrice Gaia Banfi, la new wave con il ritorno agli anni settanta ottanta, la band post-punk dei "The Murder Capital" più attuale con un genere musicale che va fortissimo tra i trentenni in giro per l'Europa. Volevamo che ci fosse un percorso da seguire durante le serate in un posto adatto come l'Eremo che ha accolto tutti in una situazione funzionale e rilassata. Ora faremo un po' di bilanci sul com'è andata dal punto di vista organizzativo per capire cos'altro fare in futuro. Si dimostra che questo territorio può accogliere eventi di questa portata perché il pubblico ci è stato, hanno accolto bene la nostra proposta; bisogna ampliare le possibilità per renderlo un momento più duraturo nel tempo. Grazie a Viva Network, a Giovinazzo Viva, ad Annamaria Natalicchio che ha curato l'ufficio stampa per la concreta presenza e collaborazione», ha concluso Tommi Bonvino.
Da parte nostra c'è il pensiero o desiderio, che dir si voglia, di ospitare il festival negli spazi presenti a Giovinazzo, sempre per quel pizzico di campanilismo che pervade il nostro animo.