Ricordando il Maestro Lafortezza

Stasera l’inaugurazione della mostra nell’Istituto Vittorio Emanuele II

giovedì 8 dicembre 2016 09.00
A cura di Giuseppe Dalbis
Esattamente trent'anni fa veniva a mancare il Prof. Nicola Lafortezza. Ruvese, fu docente dei corsi di arte, scultura e disegno all'interno dell'Istituto Vittorio Emanuele II dal 1956 al 1978.

Oggi i suoi ex allievi vogliono rendergli omaggio attraverso una mostra organizzata dall'associazione "Quelli dell'IVE" e patrocinata da Città Metropolitana di Bari e Comune di Giovinazzo.

Nell'ex convento domenicano troverà spazio il ricordo della produzione artistica dei ragazzi ospiti tra gli anni '40 e '70, capaci di realizzare preziosi scranni per il palazzo sede dell'ex Provincia di Bari, lavori in ferro e legno esposti alla Fiera del Levante o destinati alle chiese cittadine, dipinti raffiguranti ritratti, nature morte, paesaggi.

Lafortezza amava descrivere accuratamente, con la matita e i colori, le bellezze naturali pugliesi e le sue opere furono esposte e premiate in diverse occasioni. Ora alcuni delle sue tele sparse per la regione saranno esposte fino a domenica 11 dicembre assieme ai quadri dei suoi allievi degli anni '60 e '70, ora residenti nei comuni della Terra di Bari.

Vito Bavaro, Enzo Campanelli, Natale Colasuonno, Filippo Giangrande, Domenico Impedovo, Martino Lamanna, Fabio Lacalamita e Giuseppe Lenoci mostreranno l'insegnamento delle tecniche e l'amore per l'arte che il Maestro trasmise loro in gioventù.

La cerimonia di inaugurazione, con proiezione di un video-tributo all'artista, si svolgerà questa sera alle 18.30 nei locali dell'IVE e interverranno Nicola De Matteo, Delegato del Sindaco Metropolitano, il Sindaco Tommaso Depalma, l'Assessora alla Cultura Marianna Paladino e Saverio Nenna, neo presidente di Quelli dell'IVE.

«L'entusiasmo di questa associazione – assicura Nenna a poche ore dall'apertura della mostra visitabile dalle 17.30 alle 21.00 – non si fermerà a questo evento ma abbiamo altri progetti. Da dieci anni ci prodighiamo con passione e senza richieste economiche per tutelare e divulgare il grande archivio storico dell'Istituto, perché noi stessi siamo un archivio vivente. Il nostro sogno è che, dialogando con le istituzioni, si continui a custodire tutto ciò che riguarda il Vittorio Emanuele II e che altri prima di noi hanno avuto a cuore».