Processo D1.1: 144 condannati e 18 assolti

Un anno e mezzo inflitto ai dirigenti dell'ufficio tecnico, Gaetano Remine e Vincenzo Turturro

mercoledì 11 febbraio 2015 12.32
È arrivata poco fa la condanna per 144 imputati del processo per la zona artigianale D1.1 che si sta celebrando a Bitonto, presso la sezione distaccata del Tribunale di Bari. Coinvolti, a vario titolo, 168 tra imprenditori, tecnici e proprietari a cui si contesta la lottizzazione abusiva. Sono 18 le assoluzioni.

Il pubblico ministero, Renato Nitti, aveva richiesto pene detentive dai 30 giorni ai 18 mesi e sanzioni che vanno dai 10 ai 35mila euro, oltre alla confisca delle aree lottizzate. I difensori negli scorsi mesi hanno tentato di smontare l'ipotesi accusatoria fornendo anche perizie al giudice Marina Chiddo.

Nonostante il lungo lavoro dei legali, questa mattina è stata accolta la richiesta di condanna in una udienza che farà molto parlare vista la quantità di cittadini condannati e i nomi noti coinvolti. Condannati ad un anno e mezzo due funzionari del Comune di Giovinazzo, l'ex dirigente dell'ufficio tecnico comunale Gaetano Ideale Remine e l'attuale Vincenzo Turturro, a cui è stata inflitta un'ammenda di 35mila euro. Stessa pena per altri 8 tra progettisti e costruttori. Altri 59 imputati, tra progettisti, costruttori e assegnatari dei lotti, sono stati condannati a pene comprese fra 1 anno e 2 mesi di arresto e 25mila euro di ammenda e 9 mesi di arresto e 20mila euro di ammenda. Per 75 acquirenti, condanne tra 6 mesi e 2 mesi di arresto con pagamento di ammende tra 20mila e 12mila euro.

Dalle indagini della Polizia Municipale di Bari, iniziate circa 10 anni fa quasi in contemporanea con l'avvio dei lavori, è emerso che granito, pietra di Trani, parquet e lussuosi balconcini costituirebbero i prospetti delle 145 villette costruite abusivamente laddove avrebbero dovuto realizzare aziende.

Il giudice Marina Chiddo ha disposto la confisca di 123 lotti e il dissequestro di altri 22. Secondo il pm Renato Nitti le villette, del valore complessivo di oltre 50 milioni di euro e sotto sequestro dal 21 settembre 2010, sarebbero state costruite con autorizzazioni illegittime. Gli imputati sono stati inoltre condannati al pagamento del risarcimento danni nei confronti del Comune di Giovinazzo, costituito parte civile, da quantificarsi in separato giudizio.

Nelle prossime ore forniremo maggiori dettagli e approfondimenti.