Posca saluta e se ne va: «avrei potuto dare molto di più»

Il 15 ottobre la data ufficiale delle dimissioni dell’assessore alla cultura

mercoledì 1 ottobre 2014 07.30
«Il tempo di portare a compimento alcune questioni che non posso lasciare in eredità e poi renderò esecutive le mie dimissioni». Così ha affermato l'assessore alla cultura Enzo Posca a poche ore ormai dal commiato da un incarico che ha mantenuto per due anni e mezzo circa.

E le questioni che non vuole lasciare in sospeso sono tutte nella restituzione alla Regione del gazebo che ha ospitato da metà luglio l'infopoint, e la sua dotazione informatica, e poi ancora l'avvio di un corso di restauro che graviterà intorno ad una tela del De Musso presente in cattedrale e della statua in cartapesta di un San Nicola custodita nella parrocchia di Sant'Agostino. «Le mie dimissioni saranno rassegnate ufficialmente il 15 ottobre – ha confidato Posca – una data che abbiamo concordato con l'amministrazione comunale». Ma perché Posca lascia? Eppure al momento della sua nomina era stato definito dal sindaco Tommaso Depalma come «il fiore all'occhiello per questa amministrazione e per questa città. Una personalità che per capacità e conoscenze può portare il nome di Giovinazzo al di fuori dei confini comunali».

Qualcosa nel frattempo si deve essere rotto, i rapporti tra Posca e i suoi colleghi si sono incrinati. «Per questa città – è stato il commento dell'assessore – ho dato il 10% delle mie possibilità. Molti dei miei progetti culturali non sono stati compresi appieno, per cui la mia azione è rimasta limitata. Ma al di la dei singoli eventi, credo che a Giovinazzo stia lasciando progetti di spessore. Dal "Magna Grecia Mare" che con il suo laboratorio del gusto potrà segnare una svolta di non poco conto per la comunità, al "Santarella" che presto rientrerà nelle disponibilità del Comune e poi come mio personale dono finale la possibilità per Giovinazzo di partecipare a Expo 2015, l'esposizione internazionale di Milano che sarà inaugurata il prossimo anno».

Una eredità di non poco conto, secondo l'assessore. «Avevo accettato l'incarico – ha sottolineato – perché l'amministrazione che si stava insediando era lontana da tutte le logiche partitiche. Quindi avevo immaginato che la mia azione come assessore sarebbe stata libera da qualsiasi condizionamento politico. Ma qualcosa nell'ultimo anno è cambiato, per cui non mi sono più sentito libero di agire». Quello che però Posca non dice, ma che invece è palese, è che le sue dimissioni sono state condizionate da logiche politiche localistiche e personalistiche. Quelle stesse logiche che furono additate dall'attuale amministrazione già in campagna elettorale. Per cui quel "valore aggiunto" adesso può essere sacrificato pur di mantenere coesa una amministrazione che altrimenti potrebbe scricchiolare.

Su chi succederà a Posca, ancora nessuna indiscrezione. Il primo cittadino stesso oltre un mese fa affermò di non avere fretta nell'individuare un successore. La cultura in fondo può attendere.