Pirandello in vernacolo protagonista di Experimenta

Questa sera all'IVE va in scena: "Le gardìidde du mèste traièine"

domenica 15 novembre 2015 9.28
"Le gardìidde du mèste traièine". È questo il titolo della commedia in vernacolo che animerà la domenica sera di "Experimenta. Rigeneriamo Cultura", la unga rassegna organizzata all'interno dell'Istituto Vittorio Emanuele II dall'Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, con il patrocinio della Città Metropolitana di Bari e del Comune di Giovinazzo.

All'interno dell'Auditorium, alle ore 19.00, andrà in scena una divertente pièce teatrale tratta da "I galletti del bottaio" di Luigi Pirandello. Il tutto preceduto da un'anteprima di Gianni Serena, autore dei testi, che introdurrà il celebre autore siciliano, Premio Nobel per la Letteratura nel 1934, leggendo la novella che ha dato origine alla sua rivisitazione in dialetto palesino. Con lui, in scena ci saranno Gianvito Ranieri, Rosanna Serena, Dino Maiorano e Antonio Manosperti. L'ingresso, è bene ribadirlo, è gratuito.

La forza del teatro può assumere diversi connotati e questo lo ha capito benissimo Nicola De Matteo, ottimo padrone di casa, Delegato all'IVE della Città Metropolitana. "Experimenta" è esattamente questo: commistione di emozioni, capacità di unire e di sentire l'arte in ogni sua declinazione.

Ieri sera, proprio Nicola De Matteo e l'Assessora alla Cultura del Comune di Giovinazzo, Marianna Paladino, hanno reso omaggio alla mostra, ancora visitabile, "Oltre il colore", a cura del Centro d'Arte 89 e che vede esposte, all'interno della Sala Clessidra, magnifiche tele di Maria De Marzo e Silvia Delcuratolo. La donna declinata in tutte le sue sfumature ed i paesaggi urbani, marini e di campagna avvolgono il visitatore in un meraviglioso abbraccio caldo, cromaticamente forte ed allo stesso tempo rilassante.

Prosegue anche la mostra delle particolarissime opere realizzate, come sempre col filo di cotone, da Valentina Crasto, per l'associazione culturale Artefuori.

La nota dolente è sempre rappresentata dai giovinazzesi, spesso bravissimi a lamentarsi, ma nei fatti poco inclini e ricercare il bello quando lo hanno a portata di mano. Diversi, invece, i visitatori da fuori, molfettesi, baresi e bitontini su tutti.