La coalizione a sostegno di de Gennaro replica al PD

Un comunicato per fare chiarezza dopo le polemiche seguite all'analisi del voto da parte della locale sezione Dem

martedì 2 agosto 2022 1.41
L'eco delle elezioni amministrative degli scorsi 12 e 26 giugno non si è spenta. Anzi, più passa il tempo, più a sinistra vengono fuori distinguo, analisi differenti, modi di vedere quella contesa assai distanti.
Dopo la nota della locale sezioni del Partito Democratico, i movimenti che hanno sostenuto Daniele de Gennaro nella sua corsa a sindaco replicano e lo fanno in modo dettagliato, cercando di evidenziare come quel comunicato sia stato foriero, quasi inevitabilmente, di nuove e profonde fratture.
Di seguito la posizione integrale di PrimaVera Alternativa, Civica 22, X de Gennaro Sindaco e Sinistra Italiana Giovinazzo.



«Ci siamo a lungo interrogati sulla necessità o meno di rispondere al comunicato della sezione cittadina del PD, dal quale traspaiono, in tutta la loro evidenza, i motivi veri che hanno determinato la sconfitta elettorale del centro-sinistra giovinazzese nell'ultima tornata elettorale.
In quel comunicato si legge di tutto: inspiegabili rancori personali risalenti addirittura alle campagne elettorali del 2012 e del 2017, lettura politica con il paraocchi contro Daniele de Gennaro, ricostruzione completamente falsa degli avvenimenti pre-elettorali che hanno portato al naufragio di Officina 22, incapacità totale di fare autocritica e assumersi le proprie responsabilità.
Ci chiedevamo, infatti, se rispondere alle provocazioni del circolo cittadino di un partito che prima ha fatto di tutto per correre separati, rifiutando le primarie nella seconda metà del 2021, e che poi ha fatto mancare il proprio apporto al ballottaggio, nonostante le generose aperture della nostra coalizione. Un comunicato che piuttosto che chiarire contribuisce invece ad accentuare le divisioni, accrescere la sfiducia nei partiti da parte dei cittadini, favorire l'astensionismo e far ringalluzzire ulteriormente gli avversari politici, ancora oggi increduli per una vittoria insperata e grati per il regalo ricevuto dal centro-sinistra giovinazzese.
Cominciamo dallo smentire categoricamente che la candidatura di de Gennaro fosse imposta. De Gennaro era il candidato naturale per capacità e competenze, nonché per l'azione incessante di opposizione condotta per cinque lunghi anni. Ma era una candidatura assolutamente contendibile e aperta al confronto attraverso le primarie con qualsiasi altro candidato proposto dal PD o da altri movimenti.
La verità, racchiusa nel comunicato della segretaria del PD, è che de Gennaro fosse invece del tutto sgradito al PD e che su di lui pendesse una netta pregiudiziale voluta dai poteri forti, ossia, dai luoghi in cui si forma il consenso del PD: C.A.F., studi professionali ed associazioni di categoria (comunicazione settembre 2021).
Per rafforzare la tesi di un suo presunto scarso "appeal", si sosteneva che de Gennaro non piacesse neanche ai cittadini: anche questa una narrazione ampiamente smentita dai risultati elettorali del primo turno, laddove de Gennaro è stato preferito da oltre il 37% degli elettori, contro il 21% della candidata PD, con un distacco tra le coalizioni quasi raddoppiato negli ultimi 5 anni, passato dai 1.000 voti del 2017 ai quasi 1.700 del 2022!
L'altra accusa, quella di un "de Gennaro" a tutti i costi, è stata clamorosamente smentita dalle sue dimissioni per favorire l'ingresso in consiglio comunale di un consigliere di un'altra forza politica della coalizione.
È assurdo il tentativo di volerci attribuire le responsabilità, tutte interne al PD locale, della scissione di una parte che ha poi deciso di sostenere la candidatura di de Gennaro. Ancora una volta un tentativo goffo di negare la realtà per non dover fare autocritica su una gestione interna alla sezione, diventata discutibile negli ultimi anni.
Patetico anche il tentativo di minare la credibilità della coalizione a sostegno di de Gennaro. Le vecchie accuse di "integralismo talebano" si sono improvvisamente trasformate in accuse di "eccesso di inclusività" a forze politiche ideologicamente distanti. Quelle stesse forze politiche che il PD di Giovinazzo non avrebbe disdegnato nella propria coalizione e che, anzi, ha corteggiato a lungo senza successo. Omettendo, a sua volta, di dire di aver imbarcato nelle proprie fila Galizia e Magarelli, non certo noti per i loro trascorsi progressisti, capaci di acrobatiche giravolte subito dopo il primo turno e ringraziati pubblicamente da Sollecito nel comizio post-ballottaggio.
E continuiamo ancora con l'assurda accusa di non aver proposto l'apparentamento ad una parte significativa della coalizione che sosteneva la candidata Pugliese così da motivarla a votare de Gennaro, che altro non è che una implicita ammissione della palese incapacità di orientare e tenere insieme i propri alleati e sostenitori e la constatazione di una coalizione raffazzonata, del tutto indifferente al carisma del proprio leader. E tutto ciò nonostante il generoso accordo chiuso per il ballottaggio avesse visto protagonista oltre che la candidata sindaca anche il segretario cittadino!
Alla luce degli avvenimenti e del comunicato chiaramente ostile del PD di Giovinazzo, appare poco credibile l'appello finale in esso lanciato "all'unità a sinistra scevra da inutili personalismi, nella rinnovata speranza che possano essere finalmente e veramente messi da parte dissapori personali e incomprensioni", anche perché ancora una volta ribalta completamente la realtà dei fatti e degli atteggiamenti personali tenuti in questa vicenda.
Il percorso comune che auspichiamo non può reggersi su bugie, pregiudizi, false ricostruzioni, mancanza di autocritica e di conseguenti gesti responsabili; soprattutto se a dettare le proprie mosse sono i rancori personali di pochi anteposti all'interesse dell'intera città. Far finta che nulla sia successo e nascondere tutto sotto il tappeto significa riproporre fra cinque anni un centro-sinistra incapace di un dialogo autentico e di porre la città al centro delle proprie azioni».