La Caritas di Giovinazzo al fianco di bambini e ragazzi durante la quarantena

Le operatrici raccontano l’esperienza di supporto scolastico nei mesi di la didattica a distanza

lunedì 24 agosto 2020 18.30
A cura di Gabriella Serrone
L'avvicinarsi dell'inizio del nuovo anno scolastico e l'aumento dei casi di contagio da Covid-19 fanno inevitabilmente pensare ai mesi passati, quelli in cui ragazzi, famiglie e docenti, costretti a rimanere a casa, hanno dovuto fare esperienza della didattica a distanza (Dad), un modo diverso di insegnare ed apprendere mediato dal Pc, resosi necessario da marzo scorso a seguito della sospensione dell'attività didattica negli istituti scolastici.

Ogni attore di questo cambiamento in ambito educativo ha espresso in più occasioni il proprio punto di vista e fatto un bilancio sulla Dad, evidenziandone luci ed ombre e dando suggerimenti per un miglioramento in prospettiva di un uso sempre crescente di queste modalità telematiche di insegnamento-apprendimento. Accanto all'esperienza di studenti, genitori ed insegnanti si pone quella di chi si occupa del supporto scolastico, ovvero dell'aiuto pomeridiano nello svolgimento dei compiti.

A tal proposito, Luce e Vita ha dato voce al lavoro di sostegno scolastico svolto dalle Caritas delle città della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi pubblicando le loro esperienze di aiuto ai ragazzi di famiglie svantaggiate. Per Giovinazzo sono state le operatrici del centro minori Caritas a raccontare dal loro punto di vista i mesi di didattica a distanza in una lettera pubblicata sabato 22 agosto.

Il loro supporto didattico è di lungo corso e rappresenta un vero punto di riferimento per quelle famiglie che, oltre al disagio economico-sociale, devono far fronte alla difficoltà di seguire i propri figli nello studio delle varie discipline insegnate a scuola. La chiusura degli edifici scolastici per l'emergenza sanitaria ha imposto l'interruzione di questo piccolo aiuto pomeridiano fondamentale per i bambini della scuola primaria e per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado. Una decisione che però non ha scoraggiato le operatrici, che hanno voluto continuare a dare una mano come potevano.

Come hanno raccontato nella lettera pubblicata sul settimanale diocesano: «[…] si è deciso di sostenere i minori e le loro famiglie nella didattica a distanza, grazie agli strumenti che la tecnologia oggi ci mette a disposizione. Tutto questo è stato possibile attraverso i fondi messi a disposizione dalla Caritas diocesana, per l'acquisto di ricariche telefoniche e/o tablet, per permettere ai bambini di seguire le lezioni e svolgere i compiti attraverso il supporto di noi operatori».

Le volontarie hanno evidenziato il lato positivo del periodo precisando che: «Oltre a svolgere insieme i compiti, in quei giorni le videochiamate sono state occasione per chiacchierare, e trascorrere insieme del tempo con attività ludico-ricreative, in attesa di potersi rincontrare di persona». Decisivo, infatti, è stato continuare a far sentire la loro presenza e vicinanza emotiva, in un periodo in cui la pandemia ha aumentato ansia ed incertezza per il futuro soprattutto per le categorie sociali più fragili.

Poi, hanno proseguito: «I dispositivi digitali sono stati strumenti importanti per mantenere i legami, esorcizzare quello che si stava vivendo, e sostenerli emotivamente. È stato fondamentale esserci, anche "solo" attraverso la mediazione di uno schermo, per non far percepire loro disparità e differenze». Il bilancio delle operatrici della Caritas giovinazzese è positivo, perché, nonostante le difficoltà oggettive riscontrate, il rapporto con bambini e genitori non è mai stato interrotto. Tuttavia, la loro speranza «è che con la partenza del nuovo anno scolastico, considerando l'andamento dei contagi e le disposizioni delle autorità competenti, le attività del centro minori possano riprendere normalmente».

Ci vorrà del tempo affinché la vera normalità, quella fatta di presenza e di affettività, riprenda il suo corso, ma sarà importante permettere che la solidarietà migliori la vita a chi è nel bisogno, pur nel rispetto delle disposizioni di contenimento del contagio ed adottando tutte le precauzioni necessarie per la salute pubblica.