Intitolata una strada alla dottoressa Anemone, primo medico-pediatra di Puglia

La Giunta comunale ha deliberato di intitolare alla giovinazzese una strada, la IV traversa di via Marconi

giovedì 29 marzo 2018 05.30
La Giunta comunale ha deliberato di intitolare alla professoressa Sabina Anemone una strada di Giovinazzo, la IV traversa di via Marconi.

Sabina Anemone, nata a Giovinazzo il 12 dicembre del 1913, è stata la prima donna medico- pediatra della Puglia. Nata da Pietro Anemone e Maria Antonietta Sansonna, dopo aver frequentato il reale liceo-ginnasio di Giovinazzo , si iscrive alla Facoltà di Medicina di Roma ma, dopo due anni, a causa della scomparsa della madre, torna a Giovinazzo e prosegue gli studi all'Università di Medicina di Bari dove, nel 1937, consegue la laurea in Medicina e Chirurgia.

Nel 1938, spinta dalla passione verso i bambini, si iscrive alla Scuola di Specializzazione in Pediatria, all'Università di Bari, seguendo i corsi del prof. Bruno Trambusti di cui divenne collaboratrice e conseguendo, dopo tre anni di studio, il diploma di perfezionamento in pediatria con la qualifica di specialista il 9 novembre 1940. Diviene, così, la prima donna medico pediatra specializzatasi nella Università di Bari.

Appena laureata fu chiamata a insegnare puericultura al liceo-ginnasio di Giovinazzo. Contemporaneamente, dal 1 ottobre 1939, su richiesta del prof. Antonio De Vicaris, allora direttore dell'Ospedaletto dei Bambini, fu chiamata quale medico assistente nel reparto infettivi. Anche il prof. Romano Vercesi, direttore del Sanatorio D. Cotugno di Bari, che aveva apprezzato e riconosciuto le sue doti di competenza e professionalità, la chiamò a prestare la propria opera di medico nella sua struttura assistendo i bambini affetti da tubercolosi.

Ma oltre l'aspetto ufficiale del proprio lavoro, vi è quello della dedizione verso il prossimo, delle visite gratuite per i meno abbienti e della beneficenza senza alcun riscontro. La professoressa Anemome, coniugata Ressa, presta la propria assistenza per controlli medici periodici, si prodiga per gli indigenti e non rifiuta mai il suo consiglio professionale a chi ne ha bisogno.

Nel 1940, su invito del prof. Antonio De Vicaris, presta servizio gratuito alla Goccia del Latte di Bari, nella sede di Piazza Umberto, assistendo le gestanti prive di mezzi, le mamme e le bambine in difficoltà anche se affette da malattie infettive. Muore a Bari il 18 novembre del 2004.

«Proseguiamo con l'opera meritoria di dare risalto a personalità che si sono distinte in vari campi e che hanno dato lustro alla nostra città - commenta il sindaco, Tommaso Depalma -. Poter intitolare una traversa anonima a personalità come la dottoressa Sabina Anemone aiuta a coltivare la memoria, un compito per noi prioritario in quanto rappresentanti della comunità. Da tempo lavoravamo a questa intitolazione».

«Ora che siamo riusciti a completare l'iter e a individuare la strada, - prosegue Depalma - siamo orgogliosi di comunicarlo alla città e non solo. I nostri giovani devono sapere che qui è nata e ha vissuto una donna straordinaria che ha fatto della sua professione una missione di vita. E, in un momento storico nel quale ai giovani spesso mancano dei punti di riferimento, una storia così bella, piena e protesa verso il prossimo non può che essere un ottimo stimolo per credere in se stessi e per misurarsi con le proprie capacità».

«Ringrazio il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, e sua la Giunta per la sensibilità dimostrata - dichiara commossa Rossella Ressa, figlia della dottoressa Anemone -. Sapere che a Giovinazzo ci sarà una strada che ricorda mia madre ma, soprattutto, una donna nata agli inizi del secolo scorso che ha abbattuto pregiudizi e precorso i tempi, è per me motivo di grande orgoglio».

«Come dice giustamente il sindaco, ai giovani deve essere trasmesso il compito di conservare la memoria storica di una comunità attraverso il ricordo di persone che ne hanno dato lustro con tenacia e determinazione. Per me oggi è una giornata bellissima - conclude la Ressa - e sono certa che lo è anche per mia madre che tanto ha amato la sua Giovinazzo».