Festival in...Porto, Icaro omaggia Renato Zero

Stasera l'artista romano in piazza Vittorio Emanuele II: «Vi farò vivere i migliori anni della vostra vita»

venerdì 10 agosto 2018 06.00
A cura di Gianluca Battista
Si apre questa sera la quindicesima edizione di Festival in...Porto, la rassegna musicale per tribute band ideata ed organizzata dagli Amici della Musica di Giovinazzo ed inserita nel cartellone dell'Estate Giovinazzese varata dal Comune.

Ad esibirsi nella centralissima piazza Vittorio Emanuele II ci sarà Icaro, al secolo Roberto Rossiello che, accompagnato da un meraviglioso quartetto d'archi, farà vivere al pubblico pugliese un live extended che omaggerà il talento e la voce di Renato Zero. "Sorcini" e non sono chiamati a raccolta.

Lo abbiamo intercettato alla vigilia del concerto e questo è ciò che ci ha raccontato.

Roberto, ci puoi spiegare perché hai scelto il nome Icaro?
È una bella storia. Si tratta del titolo del primo album di Renato che ho ascoltato. Ero ragazzino e mi attirò questa copertina arancione acceso, con la piccolissima scritta "Icaro". Lo scovai tra le cose di mia madre e solo tempo dopo scoprii che in realtà era un prestito di una sua amica. Prestito che per evidenti ragioni non ha più fatto ritorno dalla sua legittima proprietaria.

Chi ti conosce bene sostiene che hai davvero tutto ciò che riguarda il "mondo Zero"...
Sì, è vero. Anzi ci tengo a precisare che io sono un fan di Renato e come tale ho di tutto: video, cassette, cd, vinili, cimeli di ogni tipo, libri. Tutto del suo mondo mi ha affascinato da quel giorno in cui ho scoperto quella copertina arancione. Un amore che non si è più arrestato. Sono un sorcino e me ne vanto.

Sorcino, romano, una delle migliori voci che lo interpretano in Italia. Cosa pensa lui di te? Vi conoscete?
Non sono uno di quelli che racconta favole in giro: l'ho incontrato certamente, ma non mi permetterei mai di dire che siamo amici o roba simile. Io resto un suo fan e quando posso lo incontro nelle sue uscite pubbliche, punto. Ora vivo di questo, certo, e mi sento fortunato. Ma non racconto mai frottole al mio pubblico, con cui ho sempre avuto un bellissimo rapporto d'interazione.

Cosa caratterizza le tue performance sul palco?
Sicuramente la passione è la particolarità che fa la differenza. Io non sono lui, nessuno può essere lui e questa consapevolezza, unita alla cura maniacale di alcuni particolari, fa la differenza.

Come mai hai scelto Giovinazzo come tappa del tuo tour in giro per l'Italia? Che spettacolo si devono aspettare i pugliesi?
A dirla tutta sono stato contattato dagli organizzatori ed ho buone referenze su Festival in...Porto. Pertanto è stato semplice accettare. Quest'anno abbiamo studiato un nuovo modo di stare sul palco con il live ed il quartetto d'archi e penso sia molto gradevole. Non è stato affatto semplice all'inizio, non lo nego, perché portare musicisti, abituati a suonare grandi compositori classici, ad accompagnare musiche di Renato Zero, è stata una scommessa. Poi grazie al mio bassista, che è anche Maestro, abbiamo trovato professioniste serie e ci si è venuti incontro, realizzando un live extended davvero interessante. E voglio anche precisare che sul palco vedrete sì tanti cambi di costume, ma non penne di struzzo o stravaganze anni '70. Si tratta di abiti di scena dell'ultimo periodo di Renato.

E allora hai l'occasione di invitare i pochi che ancora non hanno acquistato il biglietto: cosa vuoi dir loro?
Beh, che vengano a vederci e soprattutto ad ascoltarci. Si potranno godere uno spettacolo che ripercorrerà i "migliori anni della loro vita", che siano o meno sorcini. Tantissime le canzoni che sicuramente conoscono. È un concerto per tutti e questa mi sembra una ghiottissima occasione per ascoltare bella musica e godere di una serata serena con amici.