Ex Marmeria Barbone Giovinazzo: Draghi risponde al sindaco Depalma

Il Vice Capo Gabinetto della Presidenza del Consiglio: «Si condividono le ragioni delle sue preoccupazioni»

giovedì 17 giugno 2021
La lettera era stata inviata lo scorso 28 maggio, una lunga missiva nella quale il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, lanciava un accorato appello al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, affinché aiutasse i poveri sindaci italiani soffocati dalla burocrazia.

Il primo cittadino faceva riferimento al progetto di riqualificazione dell'ex Marmeria Barbone, un fatiscente rudere sul mare nel tratto di costa tra Santo Spirito e Giovinazzo, per il quale il Comitato VIA della Regione Puglia aveva espresso parere negativo bloccando, così, un investimento di 10 milioni di euro sul quale non solo aveva puntato la stessa Regione Puglia, volendo coprire il 40% dei costi, ma lo stesso sindaco che in quella riqualificazione contava già i 70 posti di lavoro garantiti dalla nuova struttura ricettiva oltre a quelli derivanti dai lavori di rigenerazione del manufatto e dell'intera area.

Qualche giorno fa, alla segreteria del sindaco, è arrivata la risposta del Vice Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una lettera nella quale vengono ripresi i punti salienti della missiva inviata da Depalma e che si conclude con parole degne di grande attenzione: «Si condividono le ragioni delle sue preoccupazioni circa la possibilità di sviluppo, anche occupazionali, sul territorio, e in tal senso sono stati interessati i competenti uffici di questa Amministrazione, facendo presente tuttavia che le funzioni prevalenti nella materia sono in capo alla Regione Puglia».

«Ringrazio il Presidente Draghi per la celerità, la correttezza e il grande senso istituzionale dimostrati nella sua risposta - commenta il sindaco Depalma -. Non capita tutti i giorni che un Presidente del Consiglio entri nel merito di una vicenda di un piccolo Comune italiano. Questo dimostra la sensibilità e l'attenzione di un uomo che sta cercando di risollevare l'Italia in uno dei momenti più delicati della storia moderna e al quale l'Europa guarda con grande ammirazione. E' evidente che non tutti gli uomini sono uguali così come non sono uguali tutti i palazzi. Sentirsi dire da una persona della sua statura di condividere le ragioni delle mie preoccupazioni, mi fa sentire meno solo. Il Presidente ben sa che se si vuole far ripartire l'Italia bisogna ripartire proprio dai Comuni, i veri centri nevralgici del nostro Paese. Ora vedremo se davanti a un parere di tale levatura, la Regione Puglia, o forse sarebbe meglio dire certi burocrati di palazzo, si renderanno conto delle loro aberranti valutazioni e favoriranno, a fatti e non a parole, lo sviluppo del nostro territorio che sta cercando di uscire da una vera e propria guerra senza precedenti».