Assolta da abuso d'ufficio, Pansini: «Causa servita a mantenere coeso gruppo di amministratori»

Il commento dell'ex assessora al Bilancio dopo la sentenza che ha prosciolto cinque componenti della Giunta Depalma

venerdì 26 maggio 2023 13.14
A cura di La Redazione
«A cosa è servita questa causa? A mantenere coeso un gruppo di amministratori che al di là delle diverse posizioni politiche sono diventati una cosa sola, perché qualcosa di più importante della politica ci unisce: l'idea di dimostrare competenza, onestà, amore per la verità e per la città. E noi tutti lo abbiamo dimostrato andando avanti, studiando, ottenendo altre e migliori posizioni sociali».

Pensieri e parole di Antonia Pansini, ex assessora al Bilancio nella prima Giunta Depalma, quella accusata di demansionamento ingiustificato di un dirigente comunale nel 2015. Otto anni di traversie giudiziarie, poi l'assoluzione pronunziata dalla Gip, Antonella Cafagna, di "non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato".

Così la professionista, oggi del tutto fuori dall'agone politico come altri suoi colleghi dell'epoca, ha lasciato sui social network il suo pensiero dopo l'assoluzione dal reato di abuso d'ufficio.

«E dalla parte dei fomentatori? - ha continuato Pansini - Cosa mi è servito capire? Questo percorso mi è servito per discernere tra parenti, amici e conoscenti. Tra chi ha criticato, non ha creduto e ha girato ben bene il manico in pentola e continua ancora oggi a farlo, tra chi è andato avanti in questa storia e nella vita, anche in opposizione, e chi è rimasto sempre là nella sua vecchia dimora a fomentare, oggi su piattaforme marine come ieri su udienze varie (tutte perse) - è stata la stoccata -. E cosa ho capito di Giovinazzo? Che è bellissima ma è un bene starne professionalmente lontana, soffre di pressappochismo e supponenza. Ovviamente non tutti sono così - è la doverosa precisazione - ma i più dovrebbero imparare a dare e a darsi davvero agli altri».

Poi Antonia Pansini chiude la vicenda definitivamente, non volendo occuparsene più, volgendo lo sguardo solo al proprio presente professionale ed agli affetti: «Io ho smesso di pensare a udienze e palazzi di città - ha spiegato -. Mi aggiro per studi professionali e luoghi di cultura nel tempo libero...e bado a quello che per me è più importante: le mie figlie. Adesso tocca a loro costruire e a tutti voi fomentatori che dire? Assolutamente più nulla. Buona vita a Michele, Marianna, Salvatore, Elio (i colleghi all'epoca in Giunta, ndr) e a tutti voi che mi leggete».