Ancora furti in spiaggia a Levante

Un medico alleggerito di cellulare, macchina fotografica e portafogli: «Non mi sono accorto di nulla»

martedì 16 giugno 2015 03.31
Osservano i bagnanti anche per ore, ma colpiscono in pochi secondi. Prendono di mira soprattutto portafogli, cellulari e zaini.

Sono i ladri della riviera giovinazzese, che agiscono di preferenza nelle spiagge libere più ampie e affollate, ma possono puntare i bagnanti persino nei luoghi meno frequentati e più ameni, se hanno alle spalle una rapida via di fuga. Con la stagione estiva che entra nel vivo, ritorna anche il fenomeno dei furti al mare. Più frequenti sul lungomare di Levante.

Le tecniche utilizzate sono diverse: ecco l'ultima, raccontata da un lettore, un medico di Bitonto, recentissima vittima delle razzie in spiaggia. «Mercoledì 10 giugno - scrive - sono stato vittima di furto del mio borsello mentre ero in spiaggia, da solo, seduto su una seggiolina sul lungomare Esercito Italiano. Gli eventi si sono verificati nella stessa maniera e con le stesse conseguenze descritte in un vostro precedente articolo.

Sono un medico: oltre alle chiavi della mia abitazione, alle chiavi di casa di mia madre non autosufficiente, alle chiavi della residenza al mare, al portafoglio, ai documenti, alle carte di credito e bancomat, al badge, alle chiavi della macchina, al telefonino ed alla macchina fotografica, ho perso anche gli occhiali ed il rispettivo ricambio. Ho quantificato il danno in circa 4.000 euro (avendo il giorno prima effettuato un bancomat a pieno regime per il regalo a mia figlia per la fine dell'anno scolastico).

Il furto ha causato un danno notevole per l'utenza e per la gestione delle reperibilità notturne».

A tradire il ladro, però, potrà essere un tatuaggio: «So che ne aveva uno abbastanza vistoso sul braccio - racconta - dalla carnagione scura, testimoniato da una signora che ha visto avvicinarsi l'uomo alle mie spalle, togliersi la maglietta, arrotolarla, guardarsi intorno e poi andarsene. Io non mi sono accorto di nulla. Sono disgustato ed esterrefatto e ribadisco che il mare di Giovinazzo non mi vedrà mai più».