Ars Vincit Omnia

Musei e tecnologia

Quando l'arte incontra l'innovazione

Il mondo in cui viviamo è in continuo aggiornamento, la tecnologia è entrata nelle nostre vite tranquille, sconvolgendo tutti i modi di comunicazione. Anche i musei stanno subendo lo stesso trattamento. Si stanno "evolvendo". Dalla semplice esposizione di opere si passa ad ambienti super accessoriati, con innovativi sistemi high-tech.

Ma questi dispositivi sono utili?
Assolutamente sì, e anche per più di un motivo. Innanzitutto sono un validissimo aiuto per l'apprendimento di grandi e piccini, dato che forniscono informazioni aggiuntive a quanto già scritto (didascalie e pannelli). Il visitatore non si limiterà ad osservare per qualche minuto l'opera, ma può anche interagirci, unendo l'attività multimediale al classico metodo di osservazione. In un certo senso si spezza la "monotonia" della visita. Il percorso sarà così più interessante e decisamente meno stancante.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i supporti più utilizzati. Partiamo dai più semplici nonché più comuni televisori e proiettori, con tanto di parete o addirittura stanza apposita solo per loro. Per la maggior parte mostrano video che introducono un determinato contesto storico o, più nello specifico, donano informazioni relative agli eventuali scavi archeologici e/o restauri. Nelle mostre temporanee vengono usati anche per mostrare video della vita degli artisti al lavoro (ad esempio la mostra Arabesque dedicata a Matisse presso Scuderie del Quirinale a Roma, nel 2015).

Al Museo del Castello del Buonconsiglio di Trento, nella sezione di arte egizia, è presente un video su tv a schermo piatto che mostra il lavoro scientifico di datazione effettuato su animali mummificati, mostrando gli strumenti utilizzati per la ricerca e i risultati ottenuti.
Il Museo Horne di Firenze offre invece, all'inizio della visita, una proiezione molto particolare sulla vita del collezionista inglese Herbert Horne (che ha reso possibile la nascita di questo museo): grazie a particolari effetti, il ritratto appeso nella stanza in questione diventa mobile. In più, per rendere la presentazione ancora più suggestiva, sono aggiunti elementi naturalistici e immagini in movimento.

Un altro tipo di schermo che negli ultimi anni viene particolarmente sfruttato è il touch screen. Incassato nella parete o posto su un piedistallo, assolve svariate funzioni. A mio avviso, tra tutti i device è in assoluto il più performante. Vi si trovano di solito informazioni dettagliate: descrizioni di opere o di determinate strutture architettoniche (es. i complessi sepolcrali), nonchè ricostruzioni virtuali. Si possono trovare anche informazioni sui tipi di materiali o pigmenti utilizzati. Oltre che nelle sale, i touch screen si possono trovare all'inizio e alla fine del percorso per eventuali "informazioni utili" o come intrattenimento, a livello educativo. La cosa bella di questo dispositivo è che il visitatore può utilizzarlo a suo piacimento, secondo le informazioni che vuole ottenere. La visita è così più "ad ampio respiro".

Un esempio è il MARTA, il museo archeologico di Taranto. Appena riallestito, dispone di un sistema di schermi touch a parete in quasi ogni sala, soprattutto in quelle che parlano di archeologia funeraria. Le informazioni sono divise in argomenti e il visitatore può quindi scegliere su cosa orientarsi. Che sia interessato agli ipogei, o ai gioielli e alla loro lavorazione o alla funzione di anfore e crateri, qui ha tutto quello che gli serve sapere.
I computer poi, nonostante la loro fama, non sono eccessivamente presenti. Un ottimo uso è stato fatto dalla Galleria dell'Accademia a Firenze (nota: dove è conservato il David di Michelangelo). All'interno dell'Accademia è presente il Museo degli strumenti musicali, che fornisce un sistema multimediale grazie al quale è possibile ascoltare le musiche e melodie di molti degli strumenti esposti.

Anche se ci sarebbero tanti altri dispositivi da esaminare, passiamo ad un altro tipo, non elettronico ma davvero efficace in termini di qualità della visita. Sto parlando dei supporti per non vedenti. Dato che il museo deve poter essere accessibile a tutti, è nata l'idea di creare dei pannelli 3D che riproducono le opere per intero. Così è stato per il dipinto della "Nascita di Venere" agli Uffizi. Al fianco del dipinto è stato posizionato un pannello con la riproduzione dell'opera fin nei minimi dettagli, dai fiori alle onde.

In questa breve descrizione ho volutamente tralasciato le strutture ultra futuristiche o i musei scientifici per far capire che anche il museo più "storico" inizia a far entrare tecnologia e innovazione all'interno delle proprie mura. E questo cambiamento, anche se fatto a piccoli passi, può solo portare benefici. Interagire con l'opera e un approccio più semplice alla visita, stimolano la voglia di saperne di più, anche una volta fuori dal museo.

Quindi, oltre alla possibilità di ripristinare un contesto, si ripristina l'interesse per l'arte, non più monotona e circoscritta "a quattro mura", ma dinamica e intrigante.
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