Lautrec in mostra a Torino
Lautrec in mostra a Torino
Ars Vincit Omnia

Anticonformismo e provocazione a Torino

In mostra fino a domenica “Toulouse-Lautrec: La Belle Époque”

Le mostre temporanee attirano spettatori per la propria varietà e specificità nella scelta dei soggetti. Permettono di osservare opere in un contesto diverso dall' "originale", opere che forse mai potranno essere viste nuovamente insieme.
"Toulouse-Lautrec: La Belle Époque" è stata prodotta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia Group; curatore Stefano Zuffi ed è ospitata a Palazzo Chiablese, situato nella Piazzetta Reale a Torino. La mostra comprende 170 opere dell'artista, tutte provenienti dall'Herakleion di Atene. Aperta fino ad oggi.

Henry de Toulouse-Lautrec è conosciuto per essere un esponente di spicco della Parigi bohémien di fine '800. Nel "quartier generale" di Montmartre visse tra spettacoli, cabaret, fermento artistico e vita dissoluta. Il suo stile cambia molto nel corso del tempo, dalla pittura dal tocco impressionista alla passione per la figura umana e al tratto "semplificato" (frutto del suo interesse per la stampa giapponese) con macchie di colore tipiche delle litografie parigine. Una Parigi che non ha mai tenuto conto del suo aspetto fisico (lo conosciamo infatti anche per la sua bassa statura, dovuta ad una malattia genetica delle ossa), ma che ha accolto la sua politica e il suo stile anticonformista e provocatorio, segnando un'epoca artistica inimitabile.

La mostra, che si estende per 12 sale e comprendono la produzione artistica dal 1891 circa al 1901. In apertura un video sulla vita dell'artista (produzione Sky Arte e Ballandi Arts) affiancato ad una timeline completa che abbraccia tutto l'arco della sua vita, nonché la scena storico-artistica generale del periodo, per inquadrare meglio la figura di Lautrec nel contesto in cui ha vissuto. La presenza di sedie e tavolini e la luce soffusa rendono più ordinata e suggestiva la visione del video.

Le tre seguenti sezioni si chiamano "I protagonisti delle notti parigine:…". Ogni sezione ha un suo protagonista preciso della scena bohémienne, per il quale Lautrec ha lavorato. Sono quindi esposte le relative litografie. Queste sono rispettivamente dedicate a: Aristide Bruant, chansonnier parigino (si rivolse a Toulouse-Lautrec per promuovere i suoi concerti), Yvette Guilbert (cantante e attrice, è stata la musa di Toulouse-Lautrec, che le dedicò degli album di ritratti, in mostra), Jane Avril (cantante e ballerina del Moulin Rouge e dè "les Folies-Bergères", anch'essa musa di Lautrec, che la segue da Parigi a Londra).

L'ultima sala della "serie" è dedicata ai locali. La parte più bella di questa sala è l'atmosfera da cabaret, rievocata grazie alla presenza di tavolini e sedie posizionati verso uno schermo che proietta il ballo del Can Can. Suggestive le luci che dai quattro angoli convergono verso il centro. Completano la sezione curiose litografie, come quella di un menù dè "La Bouillabaisse".

Quest'ultima sezione potremmo definirla un climax, che lascia spazio a nuove sale e nuovi temi trattati da Henri. Dal racconto della via mondana, si passa alla sala dedicata al metodo della litografia. Un pannello descrive nel dettaglio tutte le fasi di produzione, dalla preparazione della pietra alla stampa. In esposizione tutti gli utensili utilizzati per la pratica di questa tecnica, emblematica nello stile di Lautrec.

Passando oltre, nella sala seguente si avverte una rottura, dall'esperienza dei Cafè Concerto alla produzione relativa al suo ricovero in clinica psichiatrica, a causa dei suoi problemi con l'alcool. Era il 1899. Si collocano qui le due sale seguenti: "Cavalli e Cavalieri" e "disegni". Per dimostrare i suoi passi verso la guarigione ed essere dimesso, Henri iniziò a disegnare animali e soprattutto cavalli, la sua passione. L'editore Pierrefort gli propose di creare una serie raffigurante corse di cavalli: "Les Courses". Sono esposte alcune di queste opere con tecnica a Crachis (a spruzzo) e raffigurano Philibert, il pony di Henri. Nel periodo di ricovero, vedeva il disegno come unico mezzo per vincere la tristezza che la clinica gli provocava. I disegni esposti sono studi, hanno tratti veloci e anche caricaturali.

Un nuovo cambio di rotta nelle sale seguenti, che trattano le collaborazioni dell'artista con le riviste satiriche (le sue vignette sono presenti nei Journaux Humoristiques come "Le Rire" e "L'Escaramouche") e impegni editoriali, per libri e musiche (esposta la copertina dello spartito "Les Vieilles Histories", canzone del cugino di Henri Dèsiré Dihan).
Notevole il suo impegno intellettuale, grazie al bimestrale letterario "La Revue Blanche" del 1985. La famosa litografia esposta vede ritratta Misia, la moglie del Direttore della rivista. Esposte anche le litografie "Au pied du Sinai", serie di racconti sulla vita delle popolazioni ebraiche.

Dopo un'anticamera con una serie di foto sulla costruzione della Torre Eiffel di Henri Guttman, si passa all'ultima sala: "Henri e le donne". Sono esposti dei ritratti di donne sole e silenziose, non caricaturate. Vengono catturati attimi di vita privata, come si evince dall'album "Elles" del 1896, che ritrae ragazze in un bordello. La figura della donna viene anche trattata come sogno di un amore impossibile (esposta "La passeggera della cabina 54", 1896). L'atmosfera è sugellata dalla presenza di un letto disfatto posto in mezzo alla sala.

È davvero impegnativo poter descrivere questa mostra in maniera esaustiva; è doveroso considerare anche gli aspetti più tecnici dell'esposizione al fine di godere in maniera completa dell'esperienza. Innanzitutto la tavolozza di colori usata sulle pareti riprende quella dell'artista. Ogni sala ha un colore diverso, e l'atmosfera è aiutata dalle luci direzionali leggermente soffuse. Tutti i pannelli introduttivi hanno come sfondo una foto in bianco e nero che ritrae Lautrec nei contesti trattati. Il testo è sovrapposto su un lato della foto, su sfondo nero.

È leggibile nonostante la presenza della foto, inoltre è comprensibile e quindi accessibile a visitatori di tutte le età. Il carattere non è troppo piccolo, pertanto si legge senza fatica anche a distanza. Ogni litografia è esposta in maniera ordinata e armoniosa, i disegni e gli album sono inseriti in teche con una base scura, con una luce interna che dall'alto illumina perfettamente le opere. Le didascalie sono molto brevi (i pannelli sono estremamente esaustivi) ma chiare e leggibili. Ogni sala inoltre ha impressa sulle pareti una citazione dell'artista. Tocco di classe infine è la rievocazione storica, resa possibile dall'allestimento completo della sala, non solo "relegato" alle pareti.

La presenza di tutti questi elementi non stancano, anzi. Il risultato finale è estremamente suggestivo, un percorso lineare ed interessante.

Ultimo aspetto da considerare: il prezzo del biglietto. Di fronte a 13 euro più di uno potrebbe storcere il naso; vero è che spesso e volentieri ad un prezzo "alto" del biglietto non corrisponde un'alta qualità della mostra. In questo caso sono lieta di informare che non è così. La mostra è eccellente, curata nei minimi dettagli e vale assolutamente la pena rinunciare ad una serata fuori per un po' di arte e vita bohémienne.
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