Il Comitato "Per la Salute Pubblica" controreplica a Città del Sole

«Non abbiamo bisogno di aprire sedi o metter targhe su sedi inesistenti»

giovedì 11 agosto 2016 6.09
A cura di Gianluca Battista
Ancora una missiva del Comitato "Per la Salute Pubblica" coordinato da Santo Restivo. Questa volta oggetto dei loro scritti è il contrattacco subito dal gruppo di Giovinazzo Città del Sole.

Tutto era iniziato con un post ed una foto apparse su Facebook, in cui il partito di maggioranza a Palazzo di Città accusava la locale Pro Loco di essere spesso chiusa. Il Comitato aveva replicato difendendo l'associazione di piazza Umberto I e postando a sua volta una foto in cui era immortalata la sede di Giovinazzo Città del Sole anch'essa chiusa. Nella missiva si chiedevano lumi sull'attività del gruppo che ha portato Tommaso Depalma a Palazzo di Città.

In risposta erano arrivate le dichiarazioni di Enzo Fusaro, capogruppo in Consiglio comunale, e di tutti gli esponenti di GCS, vicesindaco Michele Sollecito in testa. In quella nota, infine, si ricordava che GCS paga regolarmente il suo affitto al contrario della Pro Loco (così asserivano) grazie ad un sistema di autotassazione e si chiudeva facendo ironia su luogo in cui verrebbero preparati i comunicati del Comitato, un'agenzia immobiliare di proprietà di uno dei coordinatori.

Da qui la controreplica che si apre così: «È sempre meglio leggere i testi autentici altrui e non le trascrizioni o i sunti fatti necessariamente dagli organi di stampa. Noi pubblichiamo sempre i nostri testi, ma citeremo dal testo pubblicato da Giovinazzoviva, in mancanza di testi autografi di "Giovinazzo-Città del Sole", mai pubblicati sul proprio sito, a riprova di quanto da noi detto sulla concreta, reale esistenza di questo movimento. Noi non abbiamo mai detto che l'Amministrazione Comunale ha promosso la raccolta di firme contro la Pro Loco. Abbiamo rivolto questo rilievo a proposito di "Giovinazzo – Città del sole", come rivelano le sue pagine Facebook e attraverso il proprio capogruppo. Abbiamo detto invece che l'Amministrazione comunale è responsabile in gran parte del pasticcio che si è sviluppato attorno al Corteo Storico, avendo fomentato la diatriba tra Comitato festa patronale e Pro Loco».

Poi il Comitato "Per la Salute Pubblica" evidenzia come l'Amministrazione comunale ed il sindaco in particolare abbiano più volte attaccato la Pro Loco con ripetuti post al veleno su Facebook.

Un'altra stoccata è quindi riservata a Giovinazzo Città del Sole, rea di aver parlato in campagna elettorale di cittadinanza attiva per poi tradire l'elettorato: «Per quanto riguarda Giovinazzo Città del Sole - si legge ancora nella nota pubblicata sul più popolare social network -, capace di accusare la Pro Loco di assenza sostanziale e di non fare autocritica, noi abbiamo fatto rilevare la contraddizione tra la sua promessa di essere "movimento di cittadinanza attiva" – di fatto inesistente - e la sostanziale trasformazione di molti dei suoi esponenti in "professionisti della politica" regolarmente stipendiati dai cittadini. Di fatto l'Amministrazione Depalma è, fino a prova contraria, l'Amministrazione con il più alto tasso di assessori che vivono del proprio mandato politico-amministrativo in tutta la storia di Giovinazzo».

«Quanto alla nostra sede - concludono -, noi non crediamo di aver bisogno – per rispondere alle nostre esigenze associative – di aprire sedi o metter targhe su sedi inesistenti. Preferiamo servirci di quanto generosamente messo a disposizione da uno dei nostri associati. È sbagliato adoperare il metodo del "buon padre di famiglia" e risparmiare per meglio organizzare le poche cose che facciamo con il concorso di persone qualificate e una buona risposta di pubblico: dagli incontri sull'Area Metropolitana al prossimo ciclo della "Scuola di impegno civile e politico"? Quanto all'impegno nel volontariato o nell'associazionismo: chi di noi non è impegnato in qualche nobile causa? La differenza - è la stoccata finale - è tra chi lo fa fattivamente e in silenzio e chi non manca occasione per appuntarsi medaglie o mostrine, vere o farlocche».

I vertici di GCS non intendono controreplicare per una seconda volta, anche se ne avrebbero l'opportunità. La motivazione risiede nella volontà di uscire dalla polemica, da essi ritenuta pretestuosa, e tenere bassi i toni della contesa politica.