Amministrazioni e cittadini: la distanza si accorcia

Ieri sera una conferenza sul tema della trasparenza degli atti pubblici

venerdì 31 marzo 2017 05.30
A cura di Gianluca Battista
Quanta distanza c'è ancora tra Pubblica Amministrazione e cittadini? E quanta strada c'è ancora da fare nel settore della trasparenza degli atti amministrativi?

Di questo si è occupata la conferenza organizzata ieri sera all'interno della Cittadella della Cultura a Giovinazzo e che ha visto come unico relatore l'avv. Emilio Vito Poli del Foro di Bari, esperto in Diritto Amministrativo, il cui intervento è stato introdotto dall'avv. Giangaetano Tortora.

Nella "Giornata della Trasparenza", organizzata con il patrocinio dell'Assessorato al ramo del Comune, l'intervento del noto amministrativista verteva sul tema "Trasparenza degli atti amministrativi: mito o realtà?". Ripercorrendo la legislazione in materia di accesso agli atti pubblici, Poli ha tracciato una sorta di direttrice che ha attraversato poco più di un quarto di secolo.

Partendo dalla legge n.241 del 1990, chiave nel "liberare" gli atti amministrativi dal vincolo della riservatezza, l'avvocato è giunto fino al Decreto legislativo n.97 del 2016, passando per il n.33 del marzo 2013. Questi tre riferimenti hanno portato alla situazione odierna, in cui quasi tutti gli atti, i documenti ed i provvedimenti pubblici sono a disposizione del cittadino.

Una vittoria importante, un passo avanti decisivo verso una democrazia aperta, autenticamente partecipata, ma l'avvocato Poli ha anche avvertito tutti che questo aspetto, che appare agli occhi dei più come un successo totale, non solo vede dei limiti nel segreto d'ufficio e nella tanto reclamizzata privacy, ma porta anche alcuni rischi, che si sono concretizzati in una certa confusione degli atti stessi (molti dei quali oggi digitalizzati) e, in alcuni casi, nei costi che la macchina amministrativa ha dovuto sostenere.

In buona sostanza, secondo Poli, vi sarebbero tantissimi vantaggi, un certo snellimento nell'iter di acquisizione ed una accentuata conoscibilità degli atti stessi. Al contempo, tuttavia, gli amministratori, siano essi funzionari, impiegati o dirigenti, oggi sanno di essere controllati sia nel merito che nella legittimità della documentazione prodotta. Lo Stato ha voluto in questo modo lanciare «un monito» a tutti nell'adempimento delle loro mansioni.

Perché la macchina amministrativa funzioni davvero e si avvicini al cittadino, c'è bisogno, è stata la chiosa dell'avvocato barese, che questo monito sia recepito come uno stimolo e non come un pericolo dagli stessi amministratori.

Su questo punto erano stati chiari, in precedenza, anche il Sindaco, Tommaso Depalma, il Presidente ARAC, Francesco Pugliese, e Nicola Giotti di Confartigianato, i quali avevano rimarcato, ciascuno a proprio modo, quanto vi sia ancora diffidenza da parte dei cittadini e delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione. Secondo dati IPSOS, infatti, solo il 10% di essi si fida della macchina burocratica, mentre il primo cittadino, negli Enti locali, è percepito ancora come anello di congiunzione e punto di riferimento per la risoluzione dei problemi.

Un primo cittadino che però può poco da solo, ingabbiato in una serie di norme che ne delimitano i compiti, come è giusto che sia, a meri atti di indirizzo politico.

Molto interessante anche il breve ma efficace intervento del Segretario Generale del Comune di Giovinazzo, Vincenzo Zanzarella, che aveva di poco preceduto quello dell'avvocato Emilio Vito Poli. Ripercorrendo compiti e funzioni del suo ruolo, Zanzarella ha volutamente rimarcato quanto importante sia stata nel 2012 l'istituzione dell'ANAC, l'Autorità Nazionale Anti-Corruzione. Si tratta di un organo di controllo efficace proprio in chiave trasparenza.

Gli atti da qualche anno sono sottoposti a controlli severissimi e la trasparenza deve andare, secondo Zanzarella, a braccetto con la prevenzione di quelle infiltrazioni mafiose o malavitose all'interno dell'apparato pubblico che caratterizzano, purtroppo, ancora la cronaca di questo Paese.

«Trasparenza e prevenzione - ha chiosato il Segretario Generale - sono l'anello al dito che lega Amministrazione e cittadini».

La speranza è che si sia finalmente ad una doppia svolta: una maggiore conoscibilità degli atti che vada di pari passo con una maggiore limpidezza della macchina che li genera. I prossimi anni ci diranno se questo auspicio si sarà tramutato in realtà.