I sasanelli
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Vita di città

Il "sasanello" di Giovinazzo alla ribalta nazionale

Un'antica ricetta che piace davvero a tutti. Giotti ne esalta il sapore, nonna Angela la ripropone ai nostri lettori

Sasanello in italiano, "sassanidde" nei vari dialetti della Terra di Bari.

Il dolcetto per eccellenza giovinazzese del periodo del Ponte di Ognissanti e della stagione autunnale è finito sul prestigioso portale di settore www.pasticceriainternazionale.it, ripreso anche da testate d'oltralpe per la sua genuinità e per la preparazione del tutto speciale che fa il maestro Nicola Giotti, ormai da anni ai vertici nella nostra regione, anche grazie alle sue tecniche aerografiche applicate a taluni prodotti dolciari. Un'eccellenza che non ha più nemmeno bisogno di essere scoperta, tanti sono gli attestati che giungono da ogni parte d'Italia.

Ma del "sasanello" e delle sue infinite versioni noi di GiovinazzoViva ne avevamo scritto sin dal 2018, quando intervistammo la massaia Angela Stallone e vi proponemmo la sua ricetta, che è quella base, quella della tradizione casalinga più autentica. Comunque lo si voglia presentare, secondo le stime fatte da associazioni di categoria, il "sasanello" del Barese resta il dolce più consumato, venduto ed apprezzato della Festa di Ognissanti.

Le sue origini murgiane, rivendicate dai comuni i cui territori lambiscono la Basilicata, sono quasi certe, ma la sua preparazione è affare delle tante massaie e degli ingegnosi pasticceri di casa nostra. E così vi riproponiamo l'antica ricetta che vi avevamo fatto scoprire sin dal 2018.
Voi, poi, fate un po' come vi pare senza mai perdere di vista il sentiero tracciato dalla tradizione, ma mettendoci l'amore e un pizzico di fantasia tipico della gente del sud.

LA RICETTA CASERECCIA DI ANGELA STALLONE


Angela, innanzitutto grazie di averci accolti nel suo regno. Ci dice quali sono gli ingredienti per preparare i sasanelli?
Vi do la ricetta per una grande quantità di dolcetti. Allora, 1 kg di farina, 200 gr. di zucchero, 100 gr. di olio extravergine d'oliva, 400 gr. di mandorle, 20 gr. di ammoniaca, cioccolato fondente quanto se ne vuole, cannella, limone e mandarino grattugiati quanto basta. Non bisogna però dimenticare l'ingrediente fondamentale: il vincotto di fichi. Circa ½ litro, se il liquido è denso, ma bisogna calcolare quanto versarne in base alla consistenza dell'impasto.

Come cominciamo?
Prima di iniziare, bisogna preparare il lavoro. Tostiamo i 400 gr. di mandorle, ne sbollentiamo un altro po' per togliere la buccia e passiamo anche queste in forno. Poi, naturalmente, grattugiamo gli agrumi.

Questa è la fase preliminare. Come continuiamo il procedimento?
Mettiamo sul ripiano le mandorle, ridotte a pezzettini con il mattarello, la farina e lo zucchero. Dopo aggiungiamo gli aromi: la cannella, il limone ed il mandarino. La quantità varia dalle preferenze di ciascuno, ma in linea di massima più se ne mette meglio è, perché questo si devono sentire le spezie.

Cos'altro aggiungiamo in seguito?
Adesso aggiungiamo il cioccolato fondente a pezzettini, sempre quanto se ne vuole ma non troppo per non far dilatare l'impasto. Poi al centro formiamo una piccola duna ed all'interno versiamo l'olio, l'ammoniaca e cominciamo ad amalgamare bene, perché lo zucchero deve penetrare dappertutto.

Manca il re degli ingredienti di questo dolce: il vincotto...
Sì, è arrivato il suo momento. Non lo versiamo tutto da subito, dobbiamo vedere quanto si colora il preparato e fare attenzione che non diventi troppo morbido. A poco a poco che versiamo, amalgamiamo e formiamo una specie di rotolo.

Chiarissimo. Sembra che tutti gli ingredienti siano stati aggiunti. Cosa ci resta da fare?
Se abbiamo unito bene il tutto, dobbiamo solo creare la forma. Prendiamo un po' di impasto e creiamo piccole palline. Se si attaccano alle mani, ci aiutiamo con un po' d'olio. Le mettiamo in una teglia su carta da forno e sopra poniamo due pezzi di mandorle che prima abbiamo sbucciato e tostato, premendo leggermente sulla pallina. Poi in forno a 180° per circa mezz'ora. Ecco qua, abbiamo finito.
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