Ortroterapia, alla Cittadella della Cultura un laboratorio urbano di successo

Terzo anno di un progetto che sta coinvolgendo utenti con problemi psichici

sabato 7 aprile 2018 14.31
A cura di Gianluca Battista
Che ci fanno fragole, pomodori, basilico e finanche il prezzemolo nelle aiuole un tempo spoglie della Cittadella della Cultura? Chi li ha piantati con fiori bellissimi?

Le domande lecite hanno una solo risposta: si tratta del risultato del terzo anno di un "Servizio di ortoterapia e pet therapy" portato avanti da due giovani esperti in collaborazione con le associazioni Angeli della Vita ed Heis Alberovivo. Il titolo dato a questa esperienza è "NaturalMente" e prevede un itinerario di formazione e comprensione dei processi che portano alla stagionalità dei prodotti della terra da parte di persone affette da disagio psichico.

I due esperti rispondono ai nomi della molfettese Francesca Petruzzella, agronoma e guida per gli utenti nella realizzazione pratica delle coltivazioni, e di Marco Scicchitano, barese, coordinatore dell'intero progetto. Giovani, appunto, ma capaci di creare un feeling pressoché perfetto con una decina di disabili psichici, con le più svariate problematiche, divenuti i veri grandi protagonisti di un progetto che ha dell'incredibile perché prevede, oltre ad una manualità attenta nei processi di coltivazione, anche un'attenzione notevole alle procedure che portano le piante a dare i loro frutti.

E si tratta, aspetto non trascurabile, di uno spazio urbano, dopo che i primi esperimenti di questo genere erano stati effettuati all'interno della Fattoria Sociale "Lena Lauriola" degli Angeli della Vita, sulla provinciale che porta a Bitonto.

«Pomodori, basilico, bietole, fragole - ci ha spiegato la dott.ssa Petruzzella - non possono essere coltivati e quindi prodotti i ogni periodo dell'anno. I prodotti della terra hanno una loro stagionalità che va rispettata ed i ragazzi e le ragazze del progetto hanno imparato anche questo. Siamo troppo abituati a vedere sui banconi dei supermercati - ha proseguito - frutta, verdura ed ortaggi trecentosessantacinque giorni l'anno. Ecco, dalla Cittadella della Cultura vorremmo arrivasse anche questo messaggio: hanno una loro stagionalità ben definita ed anche spazi urbani possono divenire esempi virtuosi di coltivazione. E poi - ha chiosato - conta tantissimo il principio per cui prepariamo queste persone ad affrontare un settore lavorativo. Possono cioè trovare possibilità occupazionali che altrimenti non avrebbero mai avuto grazie a vari step che fanno sì che possano comprendere l'intero ciclo vegetativo».

L'idea di base, che parte dalla semina e giunge alla coltivazione in terra, è stata supportata da gennaio dal Gruppo d'Azione Locale "Nuovo Fior d'Olivi", che ha in Vincenzo Depalo il suo referente cittadino, con il supporto dell'Assessorato alle Politiche Sociali guidato da Michele Sollecito.

In principio, ci ha spiegato il dottor Scicchitano, vi era anche un labrador che accompagnava i ragazzi anche in una fruttuosa pet therapy, esperimento già avviato proprio all'interno della Fattoria Sociale degli Angeli della Vita con altre specie animali.

Il progetto terminerà a fine aprile, ma il Gal ed il Comune di Giovinazzo sembrano intenzionati a farlo proseguire fino alla naturale scadenza del 31 ottobre 2018.

Inoltre, all'interno della Cittadella della Cultura, convivono studenti che si recano nell'ex convento agostiniano per studiare nelle sale lettura e utenti che trovano grandissimi stimoli dal vivere bisettimanalmente uno spazio così centrale della città. Spazio, è bene ricordarlo, tenuto molto bene grazie all'operosità di Eugenio Nassisi e Mariella Ortenzio, che si adoperano quotidianamente per mettere visitatori, studenti ed operatori nelle condizioni di vivere al meglio l'ex convento agostiniano, ricco di fascino e storie e ritornato a nuova vita.

Torneremo ad assaggiare le fragole piantate qualche settimana fa e che nelle nostre foto iniziano già a prendere una colorazione che ne fa pregustare il sapore. Ai ragazzi ed agli esperti il merito per essere stati artefici di un progetto di integrazione di tale portata.
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