Scheletro di una donna in una ex fabbrica: condannato a 14 anni e 6 mesi

Il 53enne Ignazio Piumelli è stato riconosciuto colpevole di vilipendio e riduzione in schiavitù. Assolto dal reato di omicidio volontario

lunedì 21 marzo 2022 16.27
La Corte di Assise di Bari ha condannato alla pena di 14 anni e 6 mesi di reclusione il pregiudicato 53enne di Giovinazzo Ignazio Piumelli, imputato per l'omicidio volontario, riduzione in schiavitù, occultamento e vilipendio di cadavere della ex compagna, la 50enne di origini polacche Malgorzata Szlezak detta Margherita.

I resti della donna furono trovati scheletriti nel maggio 2017 nelle ex Acciaierie Scianatico di Bari, circa cinque anni dopo la morte. I giudici, al termine del processo di primo grado, hanno ritenuto il 53enne responsabile dei soli reati di vilipendio e di riduzione in schiavitù, assolvendolo con formula dubitativa «perché il fatto non sussiste» dal più grave reato di omicidio volontario. Non sarebbe stata provata con assoluta certezza, cioè, la morte violenta.

La donna potrebbe essere deceduta per cause naturali e successivamente sepolta sotto assi e cassette di legno, a formare una bara. Sulla parete bianca di fronte a questo sepolcro improvvisato gli investigatori trovarono una scritta con pennarello nero «Tu muori qua». I giudici hanno inoltre dichiarato non doversi procedere per il reato di occultamento di cadavere perché ormai prescritto. Le motivazioni della sentenza si conosceranno tra 90 giorni.

Stando alle indagini della Squadra Mobile di Bari, coordinate dal pubblico ministero Gaetano de Bari, l'uomo avrebbe picchiato la compagna per mesi, trascinandola da un dormitorio all'altro, fino a seppellirne il cadavere all'interno di una vecchia fabbrica abbandonata di Bari. Piumelli, difeso dall'avvocato Alessandra Tamburrano, è in carcere per il delitto nel dicembre 2019, sette anni dopo la morte della donna, che risalirebbe al luglio 2012.