Modifica Statuto Comunale, la coalizione di de Gennaro dice "No"

Ieri sera comizio pubblico in piazza Vittorio Emanuele II

lunedì 13 marzo 2017 05.00
A cura di Gianluca Battista
Un "No" secco alla modifica paventata dalla maggioranza allo Statuto Comunale, ritenuto, a buon diritto, la carta fondamentale della vita comunale.

Per ribadirlo è scesa in piazza Vittorio Emanuele II l'intera coalizione che sostiene Daniele de Gennaro nella corsa a Palazzo di Città. A seguire il comizio pubblico c'era parecchia gente, che ha voluto ribadire il sostegno ad un gruppo di persone che si pone sempre più come la vera compagine antagonista alla riconferma di Tommaso Depalma.

Daniele de Gennaro ha voluto rimarcare quelle che, a suo modo di vedere, sono le grandi incongruenze di questa bozza di modifica, sia da un punto di vista delle tempistiche, sia da quello della forma. «Da gennaio si sono messi in testa (la maggioranza, ndr) di modificarlo - ha detto -. Lo Statuto è l'atto fondamentale del Comune, la legge sovrana della vita cittadina. Nello Statuto vengono disciplinati poteri e doveri di ogni singola parte delle istituzioni e loro, come ladri, tentano di modificarlo per alterarne il senso».

I riflettori sono stati puntati sull'accentuazione dei poteri nelle mani del Presidente del Consiglio comunale, del Vicesindaco e del Segretario Generale: «Diciamo "No" - ha ribadito l'amministrativista -, perché non lo si può fare in questo modo, a due mesi dalle elezioni. Hanno bisogno di 2/3 dei Consiglieri che lo approvino e tentano il colpo solo perché hanno, probabilmente per l'ultima volta, i numeri. E lo faranno anche grazie a chi, come Iannone e Del Vecchio, ha tradito il proprio elettorato».

Dura la presa di posizione contro la bozza: «Il Presidente del Consiglio comunale - ha sottolineato de Gennaro - non sarà più garante super partes, ma uomo che convoca il Consiglio anche decidendo autonomamente l' ordine del giorno, senza convocare conferenza dei capigruppo. Farebbe praticamente il Sindaco», è stata la stoccata.

Daniele de Gennaro non ha risparmiato nemmeno le parti della riforma che ritoccherebbero, al rialzo, i poteri di Vicesindaco e Segretario Generale: «Incostituzionali i poteri riconoscibili nel Vicesindaco - ha tuonato -:se vi fosse un impedimento del Sindaco, egli potrebbe adottare gli atti politici connaturati alla carica di Sindaco. Anche la revoca di un Assessore, che magari non si piega ad alcune logiche. Potrebbe anche nominare nuovi Assessori - ha continuato - e questo darebbe continuità ad un'Amministrazione, quando magari un Sindaco viene arrestato. Cosa del tutto - ha evidenziato - fuori da ogni logica.

Quanto al Segretario Generale - ha proseguito -, egli oggi ricopre funzioni di coordinamento degli atti e di verifica della loro corrispondenza alle leggi dello Stato. Il Segretario Generale - ha spiegato alla folla di simpatizzanti - è un soggetto che di per sé ha un rapporto diretto con il Sindaco. Ecco, secondo loro - è l'affondo di de Gennaro - egli potrebbe promuovere le attività dei Dirigenti (far fare ciò che vuole il Sindaco, in soldoni), coordinare e promuovere l'attuazione del programma di mandato. Potrebbe finanche curare l'istruttoria degli atti, sottraendoli ai dirigenti scomodi, a quelli che magari dovessero sollevare obiezioni».

Questo quadro è per de Gennaro ed i suoi inaccettabile, tanto più alla luce di alcuni passaggi della bozza in cui si cita la cosiddetta "commissione di sindacato ispettivo", a suo modo una sorta di «Gestapo che accerta i fatti, atti, provvedimenti e comportamenti perpetrati da Consiglieri, Dirigenti e dipendenti dei quali si "abbia il sentore" di illegittimità. Concetto assurdo - ha ironizzato amaro -, non codificato né dal diritto né dalla legge».

Con Daniele de Gennaro, sul palco, oltre a Bibi Mastroviti, c'erano Girolamo Capurso e Michele Poli, rispettivamente presidenti di PrimaVera Alternativa ed Abbracciamo la Città, e Nando Depalo, Segretario cittadino di quella Sinistra Italiana guidata a livello regionale da Nico Bavaro.

Proprio Bavaro ha fatto da apripista a de Gennaro, ribadendo alcuni concetti alla base della campagna elettorale: in primis lo stile, «non legato a personalismi nella contesa», in secondo luogo alla equidistanza dall'Amministrazione e dal Partito Democratico, definito in «crisi di identità» e con cui non si farà nessun accordo. E poi, Bavaro ha rimarcato con forza la mancanza di trasparenza nella vita amministrativa, che a suo modo di vedere è stata figlia di compromessi ed ha deluso l'elettorato che aveva dato fiducia a Depalma nel 2012, non risparmiando alla città «errori e pasticci», dalla ciclovia per Santo Spirito, alla vicenda legata alla Casa di Riposo "San Francesco", passando per le indennità non dovute, percepite per errore dal Vicesindaco Sollecito.

«Avevano promesso che avrebbero liberato dai centri di potere la città - è stata la sua stoccata -: non ci sono riusciti. Noi, invece, non faremo favori a chi ci è vicino, nessuno sarà escluso. Per questo - è stata la sua chiosa - vorrei fossimo la "coalizione della speranza"».

Una speranza racchiusa nello slogan scelto da parecchi mesi e che vedrebbe questa compagine come quella pronta a far diventare Giovinazzo "la città delle opportunità".