Benedizione degli animali. <span>Foto Marzia Morva</span>
Benedizione degli animali. Foto Marzia Morva
Religioni

Sant'Antonio Abate, rinnovato il rito della benedizione degli animali (FOTO)

Don Andrea Azzollini: «Lui, cercatore di Dio»

La fede e la tradizione antica, legate al culto di Sant'Antonio Abate, si rinnovano di anno in anno nella giornata del 17 gennaio in cui la Chiesa Cattolica celebra la festività liturgica, in cui si tiene la benedizione degli animali.
Il momento dedicato agli amici a quattro zampe si è svolto, dopo la celebrazione della Messa nella Concattedrale, con una partecipazione numerosa di gente radunatasi in piazza Costantinopoli. Nel prezioso scrigno, che è l'antica chiesa di Maria SS. di Costantinopoli è presente, lo splendido quadro, olio su tela realizzato dall'artista Saverio De Musso e risalente all'anno 1721, che raffigura Sant' Antonio Abate a sinistra, con San Leonardo al centro e San Donato a destra. L'antica chiesa, autentico gioiello di arte sacra e storia, fu eretta nel 1528 col titolo di San Rocco in piazza, dato storico che si evince da un testo redatto da Michele Bonserio, studioso di storia locale.

Il momento di preghiera e la benedizione degli animali sul sagrato della stessa chiesa sono stati curati nella serata di martedì 17 gennaio da don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta e assistente ecclesiastico della Confraternita di Maria SS. di Costantinopoli, in quella occasione rappresentata da un gruppo di confratelli e dal priore Carmine Palermo. Si è trattato di un momento collettivo tra fede e tradizione che vogliamo raccontarvi attraverso i nostri scatti.

Il pensiero di don Andrea Azzolini sulla festività di Sant'Antonio Abate

Subito dopo la cerimonia di benedizione degli animali, abbiamo incontrato don Andrea Azzollini e gli abbiamo chiesto un pensiero sul senso e sul significato pregnante della Festa Liturgica in onore del santo, veneratissimo nella nostra cittadina.
«Sant'Antonio - ha spiegato il sacerdote - ha vissuto una vita eremitica, quindi ritirato nel deserto proprio per incontrare il Signore. Potremmo veramente definirlo "cercatore di Dio" e così anche noi, su suo esempio, siamo chiamati a cercare il Signore. Lui si fa trovare - ha continuato don Andrea - ma noi dobbiamo incontrarlo specialmente nella preghiera: così ha fatto Sant'Antonio Abate. Egli ha fatto della sua vita una preghiera intima, assoluta, con il Signore che l'ha portato a vivere la santità già sulla Terra, senza dimenticare però le altre attenzioni verso il mondo; non si è ritirato in solitudine per staccarsi dal mondo, ma per pregare per il mondo. Infatti, ha continuato a essere solidale con i più poveri ma, specialmente lì nel deserto, nel silenzio e nella preghiera, ha contemplato il creato, in modo particolare proprio gli animali.
Ecco perché la Chiesa lo definisce "protettore degli animali domestici" che abbiamo benedetto. Loro sono, certamente, creature di Dio che vanno difese e protette, ma ci tengo a sottolineare
- ha evidenziato don Andrea Azzollini - che non devono sostituire le relazioni umane perché è importante guardarci negli occhi, parlare tra noi uomini. Se stiamo bene noi, infatti, possiamo trasmettere l'amore a queste creature animali, altrimenti vivremo una vita egoistica, chiusa in noi stessi», è stata la sua conclusione.
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